L’evento che stiamo per raccontare merita una storia completa, come quella che si legge in maniera esaustiva e interessante sullo Stradario-stranario. Curiostià e stranezze sui toponomi di Siena, di Roberto Cresti e Maura Martellucci (Betti editrice)
E’ proprio con la storia affascinante e antica di questo luogo che si potrà apprezzare maggiormente l’idea. Forte, densa di significato, carica del giusto entusiasmo di riportare i luoghi di Siena ad essere protagonisti del presente e del futuro dopo che, per secoli, hanno caratterizzato il passato di tutta Europa. Perché il 20 novembre, a Siena, verrà inaugurato un ostello – l’occasione sarà la giornata dedicata alla notte bianca degli ostelli, a conclusione del giubileo della Misericordia ma di questo parleremo successivamente – che torna a nuova vita grazie alla collaborazione tra Comune, Regione, Santa Maria della Scala, Civita Group. Un’operazione da 700mila euro che potrà offrire a quanti lo vorranno ospitalità fino a 25 posti letto per 18 euro a notte, a persona, comprensivo della biancheria da letto.
Alzi la mano chi non ha mai sognato di passare una notte al museo, soprattutto se è quello più antico del mondo: ingresso dal vicolo di San Girolamo, ‘braccio’ del Santa Maria della Scala e sguardo fino a piazzetta della Selva, sull’oratorio di San Sebastiano e sul retro del Santa Maria e la vallata ma anche il Duomo lì, a un passo.
Tanto per far capire l’importanza che questo luogo ha avuto nella storia, basti pensare che fin dalla sua fondazione l’ospedale di Santa Maria della Scala vantava un reparto nel quale venivano accolti e cresciuti i bambini che per vari motivi (povertà, nascite illegittime, malattie…) erano stati abbandonati in città e nel territorio senese. I gittatelli, come erano comunemente chiamati, venivano allattati da balie stipendiate dall’ospedale e cresciuti in un reparto che si chiamava, appunto, “Casa delle Balie“. Fino al XVI secolo la casa delle balie si trovava in piazza del Duomo, ma dal 1601 viene spostata in alcuni edifici già esistenti, e adattati alle nuove necessità, posti all’imbocco di strade che, proprio a seguito di questa nuova destinazione d’uso, prendono in maniera significativa la denominazione toponomastica di Chiasso Ripido delle Balie (oggi vicolo di San Girolamo) e Strada detta delle Balie (ora Via dei Fusari).
Le destinazioni d’uso assunte da questi edifici dettero vita quindi ad una persistenza nella toponomastica che è un segno evidente del legame strettissimo che esisteva tra l’ospedale di Santa Maria della Scala, la città e la popolazione.
Il Chiasso Ripido delle Balie, dal 1871, quando la casa delle balie perse la sua funzione di accoglienza dei bambini abbandonati, ha assunto definitivamente la denominazione di vicolo di San Girolamo. Il nome proviene dalla Compagnia Laicale di San Girolamo e San Francesco, nata da un sodalizio di persone pie appartenenti alla nobiltà senese, che dagli anni Trenta del ‘400 ebbe la sua sede “sotto le volte dell’ospedale”, in un ambiente conosciuto come “la prigione dei frati“.
Alcuni decenni più avanti l’ospedale concesse loro anche un altro locale attiguo, l’antica cappella del cimitero (secondo Fabio Chigi affrescata da Ambrogio Lorenzetti), nel quale venne aperta una porta, ancora oggi leggibile, affacciata sul chiasso stesso. I Confratelli di San Girolamo ebbero sede in questi locali fino agli anni Settanta del XVIII secolo, quando l’ospedale di Santa Maria della Scala gli revocò l’uso destinando la sede alla scuola di anatomia, prima, e a ricovero dei lebbrosi, poi. Da questo momento la Compagnia laicale di San Girolamo continuò ad esistere ancora “sotto le volte dell’ospedale” ma venne accorpata alla vicina Compagnia di Santa Caterina della Notte.
Oggi al Casa della Balie torna negli spazi originari per ospitare quanti abbiano intenzione di vivere un’esperienza unica: 25 posti letto, dicevamo. Quattro camere che prendono i nomi degli spazi storici del Santa Maria: Il Pellegrinaio, La Corticella, Il Granaio, Il Fienile. Naturalmente l’operazione che ha ridato luce al luogo prevede stanze e servizi idonei per portatori di handicap.
Nella sala d’accoglienza si potranno trovare wifi, materiale informativo sulla città, tv. La gestione sarà affidata al soggetto che gestirà il Santa Maria della Scala e che fornirà anche l’arredamento necessario.
Katiuscia Vaselli
(si ringraziano, per la storia, Maura Martellucci e Roberto Cresti)
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