Siena

La centralità della nutrizione clinica per la cura e la riabilitazione: 450 pazienti seguiti dall’Asl Toscana sud est

Lo scorso anno nel territorio dell’Azienda Usl Toscana sud est sono stati trattati quotidianamente in nutrizione enterale domiciliare 411 pazienti di cui 159 ad Arezzo, 138 a Siena e 114 a Grosseto. A questi si aggiungono altri 35 pazienti in parenterale: 18 ad Arezzo, 11 a Siena e 6 a Grosseto.

“La Uosd di Nutrizione clinica -ricorda il direttore Emanuele Ceccherini- segue prevalentemente pazienti con patologie neurologiche come esiti di ictus, malattie degenerative croniche del sistema nervoso centrale (Parkinson, Sla) che presentano disturbi nella deglutizione (disfagia) e pazienti con patologie neoplastiche che necessitano di supporto nutrizionale durante la chemio e radioterapia oppure pazienti con esiti di gravi interventi chirurgici con alterazioni anatomo-funzionali del tratto digerente e naturalmente anche pazienti covid 19. Nei casi più gravi nei quali il paziente non può alimentarsi per bocca si ricorre alla nutrizione artificiale enterale attraverso ‘sonde naso gastriche’ o ‘gastrostomie’ e digiunostomie, cioè posizionate nello stomaco o digiuno”.

“Nei casi in cui l’apparato digerente non sia adeguatamente funzionante -sottolinea Ceccherini- si ricorre alla nutrizione parenterale, cioè l’infusione in una grande vena di soluzioni nutrizionali. Questa metodica molto complessa per la possibilità di complicanze settiche e metaboliche richiede molta attenzione nella gestione domiciliare e dei professionisti coinvolti”.

La rete di nutrizione clinica e della Uosd di Nutrizione clinica è afferente al dipartimento di Medicina interna, delle specialistiche e della riabilitazione diretto da Massimo Alessandri.

“La nostra è una materia multidisciplinare -conclude Ceccherini- e si avvale di medici, dietisti, biologi nutrizionisti e infermieri. Ha sedi negli ospedali San Donato di Arezzo, Misericordia di Grosseto, Nottola, Campostaggia, Orbetello oltre che nella Zona distretto di Siena. Negli ospedali di Castel del Piano, Abbadia San Salvatore, della Gruccia in Valdarno e della Valtiberina a Sansepolcro sono garantiti ambulatori. La Rete è multidisciplinare: un approccio con tanti professionisti che prendono in carico il paziente per periodi anche lunghi. Un impegno che garantisce risultati importanti”.

Ecco il percorso del paziente. Il dietista effettua le prime valutazioni (in regime ambulatoriale o di degenza), visite domiciliari in team con infermiere e predispone l’intervento di nutrizione artificiale personalizzato (supplementazione orale o nutrizione enterale) e ne monitora nel tempo l’efficacia e l’accettabilità da parte dei pazienti anche in telemedicina. Inoltre, possiede anche conoscenze gestionali necessarie alla corretta attivazione dei percorsi di erogazione della Nad (Nutrizione artificiale domiciliare, ndr.), del suo monitoraggio e capacità comunicative necessarie a confrontarsi con pazienti che non si alimentano più per bocca e i loro caregivers a domicilio.

Gli operatori professionali della riabilitazione logopedisti garantiscono, attraverso la Riabilitazione funzionale competente per territorio, la partecipazione ai team multiprofessionali per la valutazione della disfagia, patologia di grande importanza da un punto di vista epidemiologico in quanto esito di malattie acute neurologiche e croniche.

emanuele giorgi

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