Questa mattina si sarebbe dovuta svolgere un’assemblea con tutto il personale in servizio presso la casa di reclusione di San Gimignano. A seguito dell’assemblea avremmo voluto visitare il carcere per verificare la sicurezza della struttura per coloro che vi operano. Ambedue le richieste sono state negate attraverso una semplice e-mail non firmata inviata dall’indirizzo della struttura di Ranza alla nostra organizzazione sindacale. Abbiamo denunciato il fatto e chiesto spiegazioni al Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria di Firenze, ma anche da questa istituzione non è stata fornita nessuna risposta.
La struttura di San Gimignano soffre da tempo i mali delle case di reclusione italiane: carenza di organico (138 dipendenti effettivi sui 234 previsti) e sovraffollamento (420 detenuti su una capienza di 220). A questi problemi che non garantiscono da troppo tempo ormai i diritti umani del detenuto previsti dalla nostra Costituzione (art.27 “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”) si aggiungono quelli di un abbandono della struttura a se stessa da parte dello Stato. Da dicembre 2011 manca di fatto la dirigente responsabile (che a luglio andrà in pensione) e si alternano diverse figure ad interim per la gestione ordinaria. In realtà la macchina amministrativa è ferma e ogni autorizzazione (sia per il personale che per i detenuti) è quasi impossibile da ottenere. Il perdurare della mancanza di direttive per l’organizzazione delle linee detentive sta aumentando pericolosamente i rischi per la sicurezza del personale di polizia penitenziaria e mette in crisi la gestione dell’ordine all’interno dell’Istituto. I detenuti sono costretti a vivere ammassati anche in celle di 12 mq, in precarie condizioni igieniche e in un forte degrado sociale. Sempre più spesso i detenuti ricorrono perfino alle aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria per poter ottenere un trasferimento.
Le uniche comunicazioni ufficiali che ci invia l’Amministrazione sono quelle relative all’informazione sindacale sull’uso dello straordinario. Solo nel mese di marzo si è fatto ricorso a più di 3000 ore. Si sottopone così il personale a turni stressanti.
Da giorni inoltre la pompa di benzina che dovrebbe rifornire gli automezzi assegnati a questa struttura è senza carburante, con i conseguenti disservizi, come quello per il trasporto dei detenuti che non può essere effettuato.
A tutto questo, oggi, si aggiungono atti incomprensibili da parte dell’Amministrazione, passibili di comportamento antisindacale.
Questa politica di gestione rischia di vanificare e rendere inefficaci i progetti legati alla rieducazione dei detenuti. All’interno del carcere ad esempio è presente una scuola e un polo universitario dove è praticata l’apicultura e la raccolta delle olive.
Come FP CGIL avvieremo ogni azione a tutela dei diritti del personale che opera presso la struttura di San Gimignano e rinnoviamo la richiesta alle Istituzioni che governano il nostro territorio di un serio impegno per il superamento di questo stato di abbandono. Abbiamo scritto anche una lettera al nuovo Prefetto di Siena per chiedere un suo intervento e ci riserviamo fin da ora di valutare ogni azione rivendicativa a sostegno delle richieste dei lavoratori.
La FP CGIL di Siena