Siena

La crisi sul Mar Rosso colpisce le esportazioni dei prodotti senesi. Coldiretti:”Centinaia di milioni di danni”

Una crisi senza precedenti: le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi terroristici nel Mar Rosso hanno messo a rischio 250 milioni di euro di esportazioni di prodotti made in Tuscany dirette nel continente asiatico, ma anche altrettanti milioni di euro di prodotti importati. È quanto stima Coldiretti Toscana sugli effetti economici delle tensioni sui trasporti marittimi attraverso il canale di Suez. Tutto ciò, ha portato ad un notevole allungamento delle rotte marittime, provocando un aumento vertiginoso dei costi.

Inoltre, tra i prodotti esportati, come sottolineato dal direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli, gran parte sono provenienti dal nostro territorio.

“Siena, dal punto di vista delle esportazioni, fa la parte del leone – commenta Solfanelli -. Solo con il vino abbiamo raggiunto, nel primo semestre, 300 milioni di euro; dunque, la nostra provincia risente tantissimo della crisi nel Mar Rosso. Non solo per le esportazioni, ma anche per le importazioni, i costi aumenteranno notevolmente. In termini di esportazioni agroalimentari superiamo il miliardo di euro all’anno e con questa crisi dei trasporti, si stima una perdita di centinaia di milioni”.

Dal vino alle bevande, passando per i salumi ed i formaggi, ci sono molti prodotti destinati a subire l’allungamento delle tratte con conseguenze sui prodotti più deperibili e di una ulteriore impennata dei costi di trasporto che potrebbero rallentare il commercio verso quei mercati emergenti.

“Olio e vino sono i due maggiormente richiesti – spiega Solfanelli -. Ma ci sono molti prodotti, come frutta e ortaggi, che necessitano di maggiori controlli, a causa della deperibilità. Con il cambiamento delle rotte, occorre pensare anche al mantenimento dei cibi e questo comporta un ulteriore aumento dei prezzi. Un’altra cosa che preoccupa è il costo delle materie energetiche in continuo rialzo; per cui, le notizie ricevute finora non ci fanno assolutamente piacere”.

Pietro Federici

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