Riceviamo e pubblichiamo le lettera che ci ha inviato Giada da Frassini
“Ho pensato tanto prima di scrivere queste righe ma per quanto ad oggi mi sia data da fare non ho ottenuto alcun risultato anzi mi sembra proprio che le cose vadano sempre peggio.
Da settembre 2021 sono entrata a tempo indeterminato a scuola e dal momento che la scuola si trova in pieno centro ho reputato, avendone (purtroppo) diritto di chiedere un posto disabili ad personam così da essere aiutata nel trovare posto alla mia auto.
Celermente, dopo i dovuti controlli mi è stato concesso. In accordo con chi ha seguito la pratica, per aiutare la comunità ho anche scelto di rinunciare al suddetto posto dal 25 giugno, riprendendolo poi da settembre. Ho pensato di farlo perché anche se grazie al cielo il mio posto di lavoro è quello bisogna pensare anche agli altri. Fin dal primo giorno che mi è stata rilasciata la concessione ho dovuto battagliare purtroppo perché quel mio posto viene indiscriminatamente occupato da chiunque, disabile e non disabile in una zona che, salvo gli orari di entrata e uscita dalle scuole, aiutati che Dio ti aiuta.
Mi sono sentita dare ogni genere di risposta quando ho chiamato chi di dovere, da “Ah ma è pomeriggio, lei il posto ce l’ha per lavoro” (io in qualsiasi momento potrei avere bisogno di andare a scuola anche in orario extrascolastico) a “se si è aggiustata stiamo a posto” per passare dall’ottimo “si mmmm il posto disabili lì è il suo ma esponendo chi le prende il posto un contrassegno disabili, è disabile come lei sicchè ci si può lascia’”. Salvo rari casi di persone di grande umanità e molto solerti ho trovato solo persone che mi hanno trattata come una poveretta, anche un po’ insistente. Insisto sì. Perché qui è il Far West e così non va.
Viviamo in una città con un alto numero di persone con disabilità, ci si fregia di essere una civilissima Siena ma se non cominciamo a tutelare chi ha più bisogno credo sinceramente si possa andare poco lontano. Io sono, come altri, di qua dalla barricata; nel mio caso porto addosso i segni di un gravissimo incidente da quasi vent’anni e sempre come molti altri non mi sono mai arresa. Rispettateci e tutelateci, ogni volta che calpestate i nostri diritti muoriamo un po’ dentro ma forse sì ne usciamo un po’ più forti. La vita morde, nessuno è immune”.