“Edoardo fa seconda media ed ha avuto la fortuna di incrociare insegnanti attenti e vigili a questo tipo di diversità”, ma “la sensibilità si trova nei singoli e non nelle istituzioni”. Lo denuncia Ernesto Savaglio, docente dell’università di Pescara, il cui figlio fa seconda media ed è seguito dal centro Dedalo di Siena, struttura che è struttura è specializzata nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento fornendo anche supporto alle famiglie e ai ragazzi. Insieme a sua moglie Frida e alla direttrice del Centro Valentina Campanella, Savaglio era ospite della diretta di Siena News. I tre hanno cercato di giudicare quanto, secondo loro, la scuola italiana è al passo con i tempi nel seguire i ragazzi con disturbo di apprendimento. “Lo studio è ancora troppo nozionistico – commenta Frida Chiezzi-, non si privilegia la capacità di ragionamento ed ecco perché gli studenti con dsa a volte risultano penalizzati”. Chiezzi aggiunge: “Bisogna fare sviluppare il pensiero critico”. “C’è lo stesso modo di insegnare di 40 anni fa – dice Savaglio-, non si considera l’evoluzione dell’apprendimento del capitale sociale individuale. Con le tecnologie attuali bisogna migliorare le tecnologie del sapere”. Infine Campanella: “Non bisogna solo cercare di fare risultati, non dobbiamo basarci sulle performance. Adesso auspichiamo che ci sia un reale momento di confronto. Per i ragazzi con disturbi di apprendimento dobbiamo riuscire a fare sistema per generare per loro un percorso positivo”.