La denuncia: “Noi, medici del lavoro, in prima linea senza vaccini”

“Noi medici del lavoro siamo stati messi all’ultimo posto” dice amaramente la dottoressa Federica Cioni, specialista in medicina del lavoro di Colle Val d’Elsa ed iscritta ad Anma (Associazione nazionale medici d’azienda e competenti, ndr.). Anma ha pubblicato il 22 dicembre 2020 un comunicato stampa in cui denunciava la situazione dei medici del lavoro lasciati senza vaccini. Il medico competente si occupa di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Questa figura è chiamata, per legge, ad effettuare una prima visita necessaria per l’assunzione, oltre che a visitare periodicamente tutti i lavoratori.

“Il problema -spiega la dottoressa Cioni- è che la categoria dei medici competenti non è stata prevista nel piano nazionale. La normativa mette nella fase 1 alcune categorie definite in maniera abbastanza confusa, il che ha lasciato ampi vuoti normativi. La prassi oggi in Toscana vuole che chi voglia fare il vaccino si debba prenotare nell’apposito portale. Tuttavia, solo i medici dipendenti del Ssn o che abbiamo rapporti lavorativi con il pubblico hanno diritto alla prenotazione. La categoria dei medici del lavoro, composta prevalentemente di liberi professionisti, è lasciata a sé stessa. Noi in definitiva non abbiamo alcun diritto di prenotazione. La cosa diventa particolarmente antipatica -aggiunge- nel momento in cui veniamo a sapere che prima di noi sono già stati vaccinati gli studenti universitari che non frequentano corsie, i farmacisti e parrebbe anche qualcuno del personale amministrativo, oggi in smart-working”.

“Noi siamo un primo presidio -continua la dottoressa colligiana-, capita spesso di rilevare casi di persone venute a contatto con positività e di doverle segnalare a chi di dovere. Il medico del lavoro ha esattamente gli stessi rischi di un medico di medicina generale, siamo una categoria esposta. Noi abbiamo il dovere di visitare i nostri pazienti, il che ci porta a stretto contatto con loro. Non si può rispettare la distanza se si vuole fare il proprio lavoro di medico”. La dottoressa Cioni poi spiega dei contatti avuti con la Regione: “Noi stiamo chiedendo, sia a livello nazionale tramite Anma, sia a livello regionale di essere inseriti nella categoria degli aventi diritto alla prenotazione. Sappiamo che il Veneto, per esempio, ha già aperto ai liberi professionisti. Per ora la regione Toscana si è limitata a prometterci soluzioni in via informale, ma per ora non c’è nulla di certo”.

La dottoressa si sofferma infine sulle difficoltà vissute dalla categoria negli ultimi mesi: “Noi da marzo ad oggi, non abbiamo ricevuto nessuna forma di aiuto da parte dello stato. Soprattutto all’inizio abbiamo avuto non poche difficoltà a reperire quanto necessario, come mascherine, visiere, guanti. Tutt’oggi noi dobbiamo farci carico delle spese che affrontiamo senza poter contare su nessuno. L’unico sostegno ci è arrivato da enpam (ente nazionale previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri, ndr.), ma a livello di aiuti statali siamo stati messi da parte”.

Emanuele Giorgi