La dieta mediterranea è un’altra cosa e non può essere replicata: è questo il messaggio che ha voluto lanciare Coldiretti nei confronti di Union Food, rappresentante di un gruppo di multinazionali che hanno l’obiettivo di rilanciare il Made in Italy attraverso l’associazione Mediterranea. Si tratta di colossi del cibo omologato e ultraprocessato in laboratorio e ciò ha scaturito l’ira di Coldiretti, che ha da subito preso le distanze, difendendo la vera dieta mediterranea.
“La dieta mediterranea non è solo un modo di mangiare – commenta il direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli -. Quando parliamo di ciò facciamo riferimento ad un insieme di competenze e ad un lavoro che si nasconde dietro mirato e specifico. Inoltre, solo per l’Italia, questo lavoro porta a 27 miliardi di fatturato. Per questo motivo noi vogliamo opporci ai cibi omologati e trattati in laboratorio. Il presidente dell’associazione Union Food è Pietro Barilla, ed è di fatto portavoce di alcune aziende come Unilever, Montelez, Lactalis e Nestlè. Ci dispiace molto che anche Confagricoltura stia con questi signori”.
Come confermato anche dal direttore Simone Solfanelli, i prodotti nostrani rimangono unici, pertanto non possono essere replicati in laboratorio.
Il cambiamento climatico sta fortemente influenzando l’agricoltura, ma secondo Coldiretti non può essere il cibo omologato la soluzione.
“Noi abbiamo dei prodotti inimitabili ed anche se il cambiamento climatico continua ad ammazzare il lavoro di molti agricoltori, non possiamo pensare che i laboratori siano la soluzione – spiega Solfanelli -. Gli scienziati stanno studiando i dna delle piante per cercare di renderle più resistenti alle avversità. Ci sono molti esempi di alternative, ma sicuramente non può un cibo ultraprocessato sostituire le nostre eccellenze”.
Dunque, adesso, restiamo in attesa di vedere quali saranno gli sviluppi della situazione, ma la posizione di Coldiretti è chiara.
Pietro Federici