Era il periodo della circolazione a targhe alterne e la tavola era imbandita con una sola forchetta e un solo bicchiere, che dovevano bastare per tutti. Sono passati 50 anni da quei momenti e all’angolo tra via della Galluzza e il vicolo della Macina, apriva il ristorante “Grotta di Santa Caterina da Bagoga”.
Un racconto, quello dell’ormai storico locale, che nasce l’8 maggio del 1973, quando Pierino Fagnani detto Bagoga , che veniva da Montalcino e che di professione (all’epoca) faceva il fantino, dà vita ad una delle “più belle seconde case della città” come la definiscono da sempre molti senesi.
“Ero già a Siena da qualche anno – racconta Fagnani -, avevo corso il Palio con la Civetta nel 1970, da tempo lavoravo come cuoco al ristorante “Il Colombaio”, finché un giorno, il titolare mi disse che in Santa Caterina c’era un locale chiuso da nove mesi e che per comprarlo, sarebbero serviti pochissimi soldi. Decisi così di rischiare e di mettermi in gioco, pagai 3 milioni di lire, divisi in tre anni e aprii il ristorante Grotta di Santa Caterina l’8 di maggio, in onore di Maria Santissima del Soccorso, patrona di Montalcino”.
I primi periodi in realtà non furono semplicissimi per Bagoga, che si era ritrovato da solo a gestire un ristorante in pieno centro. Con l’aiuto di molti senesi, però, Piero Fagnani riuscì presto a trovare la retta via e a dare quella marcia in più che serviva a far crescere un locale che avrebbe fatto storia.
“Grazie a un passaparola generale – spiega Bagoga – siamo riusciti a creare una bellissima famiglia e i senesi si sono ambientati subito, sia come clienti che come dipendenti. Infatti, nei primi anni ’80, in cucina, c’era un personaggio storico come Aldo Falcinelli detto Ba’ino, che con i suoi piatti tipici, come gli spaghetti al cartoccio, aveva fatto innamorare tutti i cittadini. Io, invece, ero più incentrato nella cucina innovativa, usando prodotti inusuali come la panna, tanto che per molti anni mi hanno chiamato Il pannaio”.
Dal 1973, Grotta di Santa Caterina da Bagoga, è sempre rimasto al passo con i tempi, anche grazie al figlio di Piero Fagnani, Francesco, che dialogando con i clienti e vivendo la città fin da piccolo, ha dato continuità alla storia.
“In realtà, il merito di questi 50 anni, va attribuito alle persone – commenta Francesco Fagnani -, perché senza di loro non avremmo mai potuto ottenere tale successo. Il ristorante non si trova in alcuna guida culinaria, proprio perché la nostra prima vera guida sono le persone. La nostra speranza è quella di vivere altri 50 anni come questi, con la prossima generazione Fagnani, quella di mia figlia Anna, ancora piccola, ma già pronta a prendere il testimone”.
Pietro Federici
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