La lettera – “A causa del Comune di Siena sono costretto a vendere la mia casa”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro lettore. Roberto Corsi, pur essendo proprietario di un appartamento a Siena, non risiede nella nostra città ma in provincia di Roma. Il nostro lettore, facendo seguito ad altre denunce simili, sostiene che l’aver convertito Valli nella zona Aru 9 sia stato “un provvedimento iniquo”.

“Ora che sono pensionato – ci racconta – mi sarebbe piaciuto poter conoscere meglio la Toscana del sud e Siena in particolare, passando qui qualche mese all’anno. Purtroppo così non sarà, per una questione burocratica. Al momento, non essendo più io così giovane, sono costretto a camminare a lungo per poter lasciare l’auto a lunga distanza o sborsare cifre non indifferenti per poter sfruttare le aree di sosta a pagamento”. “Ho provato a contattare il sindaco e l’assessore Michelotti – aggiunge -, chiedendo di estendere la possibilità di sosta ai proprietari non residenti, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. L’unico che mi ha risposto è stato il vicesindaco Corsi che mi ha detto di comprendere le mie legittime osservazioni ma che l’amministrazione conserva la ferma volontà di lasciare la sosta ai soli residenti”.

“Stante così le cose – spiega – sarò costretto, con grande sofferenza, a mettere in vendita un’abitazione sulla quale riponevo grandi speranze. È ironico pensare, che quando acquistai la casa, che negli anni è servita a mio figlio che ha studiato qui a Siena, uno dei grandi vantaggi era proprio che essendo fuori dalle mura, e quindi estranea a Ztl, il parcheggio era pressappoco garantito”.

Di seguito il testo integrale:

L’Aru 9 Valli è una norma iniqua e vi spiego perché. L’Aru 9 Valli è stata appositamente creata per i residenti, per garantirgli di parcheggiare vicino alla propria abitazione; inoltre sono previste agevolazioni tariffarie per la sosta, ma sono riservate ai residenti dei comuni contermini. All’inizio del 2020 ho acquistato un appartamento in via Enea Silvio Piccolomini utilizzato in parte come punto di appoggio per mio figlio, che ha frequentato e completato gli studi presso l’Università di Siena, e per trascorrere circa 4-5 mesi all’anno nella vostra città. Con l’istituzione dell’Aru – non essendo residente a Siena – la situazione per me è diventata complicata ed abbastanza onerosa, per non parlare della difficoltà nel trovare il parcheggio, etc.

È di tutta evidenza che la norma è altamente penalizzante per i proprietari non residenti, che sono già soggetti all’imposta comunale sulla casa e sulla quale non godono di alcuna facilitazione, e che anzi pagano tariffe più elevate per le utenze e i servizi, anche quelli locali. Ma vi è un’ulteriore doppio disagio per chi, come il sottoscritto, non è più giovane ed è pensionato: sono costretto a compiere distanze notevoli per parcheggiare il mio veicolo a meno di non dover ricorrere a continui esborsi per fruire delle aree di sosta a pagamento. Peraltro, nel mio fabbricato vi sono soltanto sei appartamenti, di cui cinque intestati a residenti: quindi permettere di parcheggiare anche al sottoscritto non danneggerebbe nessun altro.

Per evidenziare il mio disagio e segnalare la necessità di apportare modifiche al provvedimento che venissero incontro anche alle mie esigenze, ho contattato il Vicesindaco Andrea Corsi il quale, nella sua risposta, ha ammesso che le mie osservazioni erano e sono del tutto legittime. Ha però ribadito la volontà di continuare ad implementare il sistema di sosta gratuita all’interno dell’Aru esclusivamente per i residenti, senza peraltro addurre alcuna razionale motivazione. Si tratta di una decisione non solo illogica ma anche, a mio parere, illegittima perché introduce una odiosa disparità di trattamento tra i cittadini: si pensi ad esempio alla disparità di trattamento introdotta tra i residenti nei comuni contermini, che godono di una tariffa ridotta, e quelli residenti in altre località, che invece devono pagare la tariffa piena, pur avendo la casa di proprietà nell’ambito del Comune di Siena.

Sono sconcertato, perché di fronte alle mie solari osservazioni in merito al cospicuo esborso che in qualità di proprietario non residente sono e sarò costretto ad affrontare per soggiornare a Siena (quali il pagamento dell’Imu, della nettezza urbana e degli altri oneri locali nella misura più alta), l’amministrazione comunale per voce di uno dei suoi massimi esponenti mi segnala che – bontà sua – potrò godere (a centinaia di metri di distanza dalla mia abitazione, e questo non è un dettaglio da poco per una persona ultrasessantacinquenne) di un parcheggio a pagamento.

Sono avvilito, perché di fatto il vicesindaco Corsi mi sta dicendo che non è interesse dell’amministrazione comunale tutelare i proprietari di alloggi non residenti che hanno deciso di stabilirsi a Siena per alcuni mesi all’anno, portando vantaggi all’economia cittadina (e, lo ribadisco, alle casse comunali) perché desiderosi di conoscere e far conoscere la città, valorizzare le sue risorse economiche e produttive e, in definitiva, dare un contributo allo sviluppo della città. Ho più volte inviato Pec (ai signori De Mossi, Corsi, Michelotti) per ottenere una risposta che prevedesse un intervento a rettifica della norma iniqua, ma non ho ottenuto alcun riscontro. Questo è un comportamento non da amministratori che dovrebbero orientare la loro opera oltre la semplice contingenza ma pianificando interventi per il futuro a più ampio raggio, invogliando l’arrivo di contributi esterni, valorizzando le iniziative a tutela della comunità.

Comprendo che è difficile ammettere di aver commesso un errore nell’approntare un piano gravemente deficitario nelle premesse, profondamente ingiusto nella sua applicazione e palesemente illegittimo nelle sue conseguenze, ma anche agli errori si può trovare rimedio se solo si avesse l’onestà di ammetterlo! Ma mi rendo conto che questo è molto difficile per i politici e gli amministratori locali che sembrano abituati a trattare gli elettori da sudditi e non da cittadini.

Sono certo che alle medesime conclusioni giungeranno i concittadini, una volta che saranno informati compiutamente della miopia con cui opera la sua classe dirigente inadeguata. Traggo, da questa deludente esperienza, una triste conclusione: sarò costretto in caso di permanenza di questa incresciosa situazione e della palese ingiustizia nei confronti dei non residenti ma proprietari, con mio grande e sofferto dispiacere a mettere in vendita l’abitazione. È questo che vuole l’amministrazione comunale?