Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di una donna, una figlia che piange il padre scomparso pochi giorni fa. La signora ci invia queste righe piene di dolore e di rabbia per vicende vergognose che accompagnano il dolore per la perdita del babbo:
“Spett.le Redazione, con la presente vengo a segnalare dei gravi fatti intervenuti in occasione del decesso di mio padre Nello Baldi di anni 96 residente a Siena e domiciliato dalla primavera scorsa presso la A.S.P. Città di Siena Casa di Riposo Butini Bourke sita in Via Pispini n.160.
Mio padre è morto all’alba del 2 dicembre scorso presso il Pronto Soccorso dell’H Le Scotte di Siena per embolia polmonare, si era sentito male a metà pomeriggio del giorno prima nella Casa di Riposo che ha chiamato il 118 (Mezzo della Misericordia) che lo ha portato in Ospedale dove la mattina del 2 dicembre è deceduto.
I gravi fatti riguardano in primis una seria negligenza da parte del personale della Casa Di Riposo ovvero la mancata comunicazione che doveva essere fatta o a me o a mia sorella Maria Gioia Baldi del ricovero di nostro padre e delle sue gravi condizioni. La struttura si è giustificata adducendo la scusa che aveva chiamato mia sorella e aveva trovato il telefono irraggiungibile, io non sono stata mai chiamata, nonostante avessero il mio cellulare. Mia sorella non ha trovato sul suo cellulare nessuna chiamata. Loro erano tenuti a telefonare per avvisarci e doveva essere fatto fino a che una delle due non avesse risposto. Sapendo le condizioni precarie del nostro babbo i telefoni erano sempre accesi giorno e notte.
Mia sorella ha ricevuto una telefonata da parte di un operatore della Casa di Riposo la mattina del 2 dicembre alle ore 7.45 che annunciava la morte di nostro padre in Pronto Soccorso. Subito dopo mia sorella mi ha messo al corrente della dolorosa perdita.
Il secondo e non meno grave fatto riguarda il furto di due anelli d’oro che mio padre portava sulla mano sinistra: la fede cesellata con il nome di mia madre inciso all’interno e un anello da uomo con una pietra detta occhio di tigre. Ho chiesto sia al personale RSA che al Capo Sala del Pronto Soccorso se avessero trovato i due anelli, l’operatrice della casa di riposo ha affermato che quando è entrato in ambulanza aveva gli anelli, il Capo Sala ha affermato che loro tolgono ai pazienti solo collane ed orecchini, quindi degli anelli non sapevano dirmi nulla, le cassaforti del reparto erano vuote, non ho potuto parlare con coloro che erano in ambulanza, sono solo riuscita a sapere dal Centralino del 118 che si trattava di un mezzo della Misericordia.
In sintesi questi anelli non sono saltati fuori né spero certo di recuperarli… ma con il furto non se ne vanno soltanto i preziosi, vengono profanati i ricordi, ignorate le reminiscenze appartenute ad una storia familiare.
Potrebbero essere stati rubati mentre era morente o quando era già cadavere. Questo non lo sappiamo né lo sapremo mai temo…
Quindi ho presentato denuncia in data 4 dicembre alla Questura di Siena che metto in allegato insieme alla mail che ho inviato in data 12 dicembre al Direttore della Casa di Riposo Sig. F. Feroci.
Teniamo inoltre conto che il COVID rende ancora più indifesa e fragile la condizione di chi è malato o in fase terminale, impossibilitato a difendersi e senza l’assistenza e la protezione dei familiari.
Un gesto deplorevole e scellerato insieme alla trascuratezza e alla negligenza dimostrata anche in altre occasioni dalla Casa di Riposo.
Augurandomi che venga reso pubblico quanto abbiamo subito, porgo i migliori saluti.”
Susanna Baldi