Il 28 febbraio 1748 cadeva l’ultimo giorno di Carnevale. Fu un giorno di festa, “molto brioso per le copiose mascare e altri molti divertimenti di veglie e balli”. Tuttavia questo si presentava come un inverno (a differenza di quello che stiamo vivendo: 20 gradi fuori e noi chiusi in casa per il Covid malefico: non posso esprimermi in modo più colorito dato l’argomento) estremamente difficile tanto che era un’annata, scrive Pecci: “cotanto penuriosa di tutte le cose necessarie all’umano sostentamento”. L’animo dei senesi, preoccupati della carestia, si “risollevò non poco” quando seppero che la domenica in Albis venne deciso che sarebbe stata portata in processione anche l’immagine della Madonna del Voto, ritenuta miracolosa Si diceva, infatti, che nel 1716 la stessa immagine, portata in solenne processione, fece sì che Siena passasse dalla carestia all’abbondanza. I cittadini devoti speravano così di ottenere un’uguale grazia.
Delle origini della ‘Madonna del Voto’, detta anche ‘Advocata Senensium’ (Avvocata dei Senesi), conservata in Cattedrale nell’attuale cappella Chigi: sembrerebbe risalire alla generazione dei pittori tardo duecenteschi senesi (gli autori degli affreschi nella cosiddetta ‘cripta’ della Cattedrale), in particolare a Dietisalvi di Speme, che l’avrebbe dipinta intorno al 1268. È una rappresentazione della Madre di Dio come ‘Odighitria’, cioè Colei che indica la via: e la via è il Figlio stesso verso il quale Ella rivolge la mano. L’immagine è probabilmente la parte rimanente di una tavola più ampia. Andò a sostituire la precedente icona devozionale (la cosiddetta Madonna ‘dagli occhi grossi’, il cui nome, la tradizione vuole, dall’uso quattrocentesco di offrirle come ringraziamento ex voto tondeggianti) in quella che in origine era la cappella della Madonna delle Grazie, oggi non più esistente, addossata alla parete destra della navata centrale. Nel 1661, il Papa senese Alessandro VII Chigi commissiona a Gian Lorenzo Bernini e collaboratori, una nuova cappella, nel transetto destro del Duomo, l’attuale cappella intitolata all’Immacolata Concezione, nella quale venne posta la sacra immagine venerata, appunto, come Madonna del Voto a motivo delle numerose occasioni in cui Siena e il suo popolo hanno solennemente invocato la protezione della Madre di Dio con voto solenne (promessa) di perpetua gratitudine.
La cosiddetta Madonna ‘dagli occhi grossi’ risale al 1225 (circa), 1225 circa, e attualmente conservata presso il Museo dell’Opera della Metropolitana di Siena, è un’icona mariana tra le più antiche presenti a Siena ed è attribuita al cosiddetto Maestro di Tressa, uno dei ‘primitivi’ della pittura senese, attivo nella prima metà del sec. XIII. Potrebbe essere questa l’immagine, sempre secondo la tradizione, davanti alla quale, alla vigilia della battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), i Senesi pronunciarono il celebre voto di affidamento alla Vergine che diede inizio alla devozione alla Madonna del Voto, oggi rappresentata da un’altra celebre icona.
Ora, data la situazione in cui ci troviamo nell’ultimo anno, dato che il gesto di donarle le ‘chiavi della città ’ è stato fatto, forse rivolgersi ancora alla sua intercessione potrebbe essere di auto o, almeno, di conforto.
Maura MartellucciÂ
Roberto CrestiÂ