“Sono un’antropologa che si occupa di feste, di patrimonio culturale immateriale. Quando il Ministero dei Beni Culturali mi ha detto di studiare il Palio di Siena per me è stato come raggiungere l’apice della montagna“. Sono le parole di Katia Ballacchino che da un anno conduce un progetto sulla nostra città che per lei rappresenta una grande sfida :”provare attraverso la ricerca scientifica ed etnografica a dialogare con la prassi amministrativa del Mibact per tutelare il Palio“.In questi mesi Katia ha provato ad entrare nella vita delle 17 contrade per capire cosa fosse, ” l’obiettivo è capire il sistema di relazioni – ci dice-. Con il lockdown ho studiato i contradaioli a distanza, cercando di capire cosa significasse la mancanza di questa Festa“.”Così ho potuto capire molto su questo senso di lutto e di sospensione comunitario, questa emozione che viene placata”, dice Katia che poi aggiunge ” adesso ho una prospettiva inedita su una città che non può vivere il suo patrimonio culturale che la condiziona un intero anno. Il mio lavoro però proseguirà per altri 12 mesi: voglio capire cosa si prova veramente quando il Palio arriverà – conclude-. Siena mi ha accettato, sono contenta e soddisfatta ma so anche che l’atmosfera cambierà totalmente con l’avvicinarsi della prossima estate”.
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