La paura della solitudine degli iperconnessi

Viviamo nell’era digitale, nell’era in cui i social network hanno assunto un ruolo predominante nella vita quotidiana delle persone. Se da un lato questi strumenti hanno aperto nuove porte alla comunicazione e alla connessione, dall’altro hanno portato con sé un’ombra inaspettata: la dilagante paura della solitudine.

La stessa tecnologia che dovrebbe avvicinarci sembra, paradossalmente, alimentare una crescente sensazione di isolamento, sembra renderci incapaci di relazionarci agli altri, handicappati nell’entrare con loro in sintonizzazione emotiva. La paura della solitudine è un sentimento umano antico, profondo e universale, ma con l’avvento dei social media, questa ansia sembra essersi intensificata. La società moderna è caratterizzata da una connessione costante e dalla condivisione istantanea della nostra vita online, ma in questo contesto iperconnesso,siamo davvero più vicini agli altri o più soli che mai?

Uno dei principali aspetti collegati a questa crescente paura della solitudine è il massiccio utilizzo dei social network. La costante esposizione a vite apparentemente perfette e “filtrate” può far sorgere sentimenti di inadeguatezza e
isolamento.

Le persone tendono a confrontare le proprie vite con quelle degli altri, spesso dimenticando che ciò che vedono online è solo una parte, spesso truccata, della realtà di qualcuno. Inoltre, l’eccessiva interazione online può portare a relazioni superficiali. Mentre le amicizie virtuali possono fornire un senso di connessione, spesso manca la profondità delle relazioni faccia a faccia.

La quantità di “amici” online può aumentare, ma la qualità delle relazioni può diminuire, lasciando le persone con una sensazione di vuoto.
La tendenza a cercare costantemente l’approvazione sociale attraverso i “mi piace” e i commenti può diventare una trappola, tanto quanto intrappolata può diventare l’autostima.

Questa diventa spesso legata alla quantità di interazioni online, creando un circolo vizioso in cui la mancanza di feedback positivo può
alimentare la paura della solitudine stessa. Un altro aspetto problematico è la costante stimolazione digitale che impedisce alle persone di apprezzare il silenzio e la propria compagnia. Risultato di questa iper-stimolazione? Non riusciamo più ad annoiarci.

La paura di restare soli con i propri pensieri può spingere le persone a cercare distrazione continua attraverso i social media, rendendo
difficile affrontare e superare la solitudine intrinseca. Come combattere questa dilagante paura della solitudine? In primis, alzare gli occhi dallo schermo e tornare a guardare negli occhi chi abbiamo di fronte, contingentando l’utilizzo dei social network e ricercare il piacere altrove. Se necessario, contattare uno specialista che possa fornire utili strategie per questa
disintossicazione.

È fondamentale riconoscere che la vita online non riflette sempre la realtà e che la qualità delle relazioni va oltre il numero di amici sui
social media. È essenziale bilanciare la connessione digitale con interazioni faccia a faccia significative. In conclusione, mentre i social network offrono una miriade di opportunità per connettersi, è cruciale utilizzarli in modo corretto e consapevole. Combattere la paura della solitudine richiede un ritorno all’essenziale: coltivare relazioni autentiche, apprezzare il silenzio e trovare equilibrio nella vita digitale. Solo così possiamo sperare di ridurre il peso sempre crescente di questa ombra digitale sulla nostra felicità e benessere.

Dott. Jacopo Grisolaghi

Psicologo, Psicoterapeuta e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica

www.jacopogrisolaghi.com

IG @dr.jacopo.grisolagh