“Ti mando un bacio con il vento” carissima città turrita che sbircio da lontano. Lo so che quest’anno con giocherai al gioco preferito, te ne starai racchiusa nel silenzio di una incredibile attesa. “Ti mando un bacio” perché semplicemente te lo meriti, tu che hai fatto di me un eroe pur avendo corso soltanto due volte. Proprio ieri parlavo di te con un collega che non ha mai corso e ti descrivevo come fossi un uomo. E ti vedevo come un giovane di vent’anni parla dell’innamorata, descrivendo le bellezze e le grazie con pudica gelosia, raccontando di chiese, stalle, bambini di cent’anni, strade che nel racconto umano diventano seni candidi, braccia tornite, gole palpitanti, fianchi formosi. Qui ho fatto straordinari incontri fino alla vittoria, quella strappata all’ultimo secondo. La vista di quella piazza bianca e rossa nel solleone mi manca moltissimo, perché qui si è sempre soli contro tutti, perciò veri eroi greci. La mia avidità nel penetrare i misteri di questa festa mi ha fatto spingere il muso avanti, mentre il cielo si annebbiava di quella nube che segnava con un boato la fine della corsa. Questo è il mio sangue, pensavo. Adesso corro in attesa di giorni migliori e non vedo scorrere colonnini ma alberi e l’acqua balenante fra le canne dello stagno. “Ti mando un bacio con il vento”.
Massimo Biliorsi