Come si viveva l’adolescenza 35mila anni fa? A questa domanda rispondono i professori dell’Università di Siena, Francesco Boschin e Stefano Ricci, del dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente. I due accademici, infatti, hanno partecipato allo studio sul Paleolitico intitolato “An assessment of puberty status in adolescents from the European Upper Paleolithic”, pubblicato nell’ultimo numero del Journal of human evolution.
L’infanzia e l’adolescenza sono due fasi della storia della vita che sono uniche per gli esseri umani e risultano significativamente più lunghe nel corso della vita umana rispetto a quella di altri primati. Diversi studi recenti hanno approfondito la conoscenza dell’infanzia nel Paleolitico superiore, mentre l’adolescenza in questo periodo rimane poco studiata. La ricerca, coordinata da Mary E. Lewis dell’Università di Reading (Uk) e April Nowell dell’Università di Victoria (Canada), ha visto la partecipazione, oltre che dell’Ateneo senese, anche delle università di Cagliari e Liverpool e del museo di Antropologia preistorica del principato di Monaco. Gli studiosi hanno analizzato un pool di individui paleolitici provenienti da Italia, Repubbica Ceca e Russia e datati tra 35mila e 12mila anni fa. Tra questi sono presenti le due sepolture femminili di Grotta Paglicci, nel Gargano, sito tra i più importanti del Paleolitico superiore europeo, nel quale le ricerche sono condotte da anni dallo stesso dipartimento dell’Università di Siena.
Gli autori del lavoro hanno analizzato marker scheletrici in grado di stabilire, in maniera indipendente, l’età alla morte e la progressione dello sviluppo puberale di ogni individuo. Lo studio ha mostrato, sulla base delle evidenze disponibili, come la pubertà – e dove possibile la comparsa del menarca – avesse avuto nel Paleolitico superiore tempi di comparsa e sviluppo simili a quelli delle popolazioni moderne in situazioni di benessere. Tali tempi sono in anticipo rispetto a quelli noti per popolazioni urbane del passato.
“Si tratta del primo studio del genere svolto su reperti così antichi – spiega Francesco Boschin -. Fino ad ora, infatti, studi bioarcheologici simili erano stati condotti solo su popolazioni urbane di epoca storica”. “L’analisi della pubertà nelle popolazioni preistoriche – aggiunge Stefano Ricci – ha importanti implicazioni per lo studio dell’emergere dell’adolescenza, nonché per la comprensione di quei fattori che regolano la plasticità dello sviluppo della maturazione sessuale nelle popolazioni umane attuali.