La Resistenza e la resilienza: il 25 aprile, la storia, le donne, il futuro

Il 25 aprile, la Resistenza e la memoria, la storia e il futuro e in mezzo la resilienza, caratteristica fondante delle donne. Siena celebra questa Festa della Liberazione con un’immagine inedita e commovente che è un ritratto di donne che parlano di diritti, di democrazia, di Costituzione e di amore, ricordando Papa Francesco.

Davanti alle bandiere e ai gonfaloni ci sono il sindaco di Siena Nicoletta Fabio, la presidente della Provincia Agnese Carletti, il vice prefetto Imma Amalfitano, la presidente Anpi provinciale Silvia Folchi e Rosy Bindi, ospite di questa giornata.

Un ritratto che innegabilmente parla di forza e di amore, di saggezza e di comprensione. Un messaggio lanciato alle nuove generazioni da una Piazza che ha cantato insieme l’inno di Mameli e Bella,ciao! quasi come una preghiera di speranza in un momento storico così delicato e così terribilmente uguale per tutti noi. La forza delle parole, che si posano sui tantissimi presenti in Piazza del Campo, cadendo da un cielo gravido di pioggia che però ha concesso di arrivare in fondo alla cerimonia.

 

Da Rosy Bindi il richiamo a mantenere alta l’attenzione perché, ha spiegato, la democrazia “che ci è stata consegnata in Italia e in tutta Europa vede oggi vacillare, in qualche modo, le sue fondamenta”. “Troppi di quei diritti definiti “inviolabili” sono oggi negati”, ha aggiunto l’ex ministro denunciando il ritorno di discriminazioni, dell’aumento delle diseguaglianza ed il rischio di una “dittatura della maggioranza”. “Il consenso popolare legittima l’esercizio del potere per servire il Paese, ma non affranca dal rispetto delle regole”, ha ammonito. “Le fondamenta” delle democrazie “vacillano perché non le sentiamo più nostre – ha continuato-. Abbiamo smesso di amarle, di prendercene cura, di partecipare con costanza e responsabilità”. Nell’intervento passaggi dedicati a Don Milani, a Ventotene, Spinelli e De Gasperi, accolti dagli applausi della folla. Vacilla soprattutto per Bindi “il bene più grande: la pace”. Di qui il personale ricordo del Santo Padre: “Ha provato, fin dall’inizio del suo pontificato, ad aprirci gli occhi sulla terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Forse è arrivato il momento di renderci conto che questi pezzi si stanno unendo”.

“Credo che il più significativo omaggio a Papa Francesco non sia la sobrietà che ci viene richiesta in questa giornata di festa nazionale, che sempre abbiamo celebrato con la compostezza necessaria, ma rimettere al centro del dibattito pubblico la sua accorata opposizione al riarmo, e il suo appello per la soluzione politica dei conflitti. È questo, in sostanza, il motivo che ci chiama in piazza ogni 25 aprile”: è il climax della riflessione della presidente dell’Anpi provinciale Silvia Folchi.  La Resistenza “ci ha insegnato che si può organizzare un’opposizione comune tra diversi”, ha detto ancora, ricordando le differenti fedi politiche dei partigiani senesi. “Erano nati sotto l’ombrello del fascio littorio e del suo motto “credere, obbedire, combattere”, che li esimeva dal prendere decisioni proprie. Vollero rovesciare per prima cosa quell’oppressione sulle loro coscienze. Ci costerebbe così tanto, oggi, riprendere il filo di quello spirito unitario – si è chiesta la presidente dell’associazione dei partigiani-? Renderci disponibili a recuperare il senso di quella lotta, che fu lotta di idee prima ancora che azione militare?”.

 

“La libertà è una scelta quotidiana, anche nei luoghi più invisibili”, puntualizza invece la presidente della provincia Agnese Carletti, per cui i valori della Resistenza sono la risposta all’odio che scorre sui social. “Anche noi siamo chiamati a scegliere da soli. A difendere i valori della della giustizia, dell’inclusione, anche quando intorno c’è solo silenzio, spesso dietro a uno schermo – le sue parole-. Non ci sono fucili puntati, ma ci sono giudizi. Quando scorriamo una notizia, un commento, un’offesa, anche lì, in quel gesto apparentemente piccolo, scegliamo da che parte stare”. Focus poi sul ruolo delle istituzioni democratiche: “Siamo chiamati a ribadire che non c’è futuro senza dialogo, senza solidarietà” e “in questo ci aiutano le parole di Papa Francesco: “La pace non è mai un equilibrio di potere, ma nasce dal rispetto, dalla giustizia e dalla memoria”. La chiosa di Carletti è stata una sottolineatura: “Oggi, qui, parleranno solo donne. E questa non è una scelta stilistica, ma è il frutto della lotta che hanno portato avanti per tutte e tutti noi. E a questo dobbiamo farci caso. La Liberazione ci insegna che la libertà non è mai scontata, soprattutto per chi, come le donne, ha dovuto combattere per vedere riconosciuti i propri diritti”.

“È l’esercizio democratico che sostanzia la nostra libertà.”: il sindaco Nicoletta Fabio prende in prestito le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella, espresse oggi durante le celebrazioni a Genova. “Non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità”, è il monito del primo cittadino. “In questa giornata, rinnovo l’invito a tutti noi: a non sottovalutare la libertà che ci è stata donata, a proteggerla senza riserve con il nostro impegno quotidiano, con la nostra attenzione agli altri e con la nostra dedizione alla giustizia”. Anche Fabio sceglie poi di dedicare un pensiero a Papa Francesco, concludendo con una frase da lui pronunciata più volte: “La libertà non è fare tutto ciò che vogliamo, ma è la possibilità di fare ciò che dobbiamo”.

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi