“E’ un progetto che racconta dei ragazzi provenienti da una specifica zona della Sardegna, la Barbagia in particolare, che nascono con la passione per il cavallo e cercano di sfondare nel mondo del Palio di Siena“. Lo ha introdotto così Marco Cheli il suo libro Fortza Paris, raccolta fotografica che ha realizzato con la collaborazione di Eleonora Mainò. L’opera racconta del rapporto che c’è tra la nostra città e la Sardegna, attraverso gli occhi di giovani ragazzi che lasciano la terra di origine per tentare la fortuna sul tufo.
C’è per esempio Antonio “che è “salito” da Oliena e da un paio di anni vive a Siena, la città del Palio. E da Oliena sono “saliti” anche Marco e Andrea, erano compagni di scuola. Un altro, Andrea, invece, è partito qualche chilometro più ad ovest, ancora più lontano, da quella parte di isola che tutti conosciamo per il mare che nulla ha da invidiare ai Caraibi: da Gavoi- questo si legge nella presentazione di Cheli-. Che è il paese d’origine anche di Alessia, la fidanzata di Giovanni, originario di Fonni. Ha deciso di seguire il cuore per accompagnarlo nella sua avventura. Per farlo, si alza alle 5 del mattino per andare a servire caffè e cappuccini tiepidi con latte di soia e poca schiuma per poi aiutarlo, nel pomeriggio, nel lavoro di scuderia”.
Il racconto ha diversi archi temporali: si sviluppa all’interno di una stagione paliesca ma è allo stesso tempo anche lungo più di cinquanta anni permettendo così di analizzare le differenze fra gli attuali aspiranti fantini e la generazione dei primi giovani sardi arrivati a Siena all’inizio degli anni ‘60.Un lavoro duro il loro, “che può fare solo chi ha tanta passione: e a loro la passione non manca di certo – spiega ancora Cheli-.La passione la può avere chiunque. Con la passione c’è anche chi riesce a diventare famoso.
“C’è qualcosa di diverso, però, qualcosa che ho scoperto respirando quell’ odore di stalla che difficilmente riesci a mandar via – conclude Cheli- È qualcosa che rende questi ragazzi diversi da quei pochi temerari senesi che tentano la carriera di fantino del Palio: l’identità di popolo, l’essere sardi. Perché in Sardegna il cavallo lo hanno nel sangue. E lo sanno fin da piccoli, fin da quando si addormentano con il poster di Aceto, il re del Palio, sopra alla testa”.