I costi in bolletta per ora sono solo raddoppiati, l’incremento si vede ma pesa meno rispetto ad realtà aziende vitivinicole.
E a dare una mano all’azienda Carpineto – che gestisce tenute nelle zone del Chianti classico, del Nobile, del Brunello, nell’alto Valdarno e in Maremma – è stato l’impianto fotovoltaico da 150 chilowatt. “A Montepulciano abbiamo prodotto un po’ di più del nostro fabbisogno. La bolletta è stata comunque una bella mazzata ma in confronto ad altri…”, parole queste di Antonio Michael Zaccheo, che appartiene alla seconda generazione dei produttori della Carpineto.
Una realtà tutta senese che ha deciso di scommettere da anni sulla sostenibilità. Una scelta questa che sembra aver in parte ripagato. Ora però Carpineto non vuole fermarsi qui: già da ora produce energia verde per oltre metà del proprio fabbisogno ma intende incrementare ancora il proprio impianto con l’obiettivo di rendersi autosufficiente.
L’azienda ha deciso di puntare da tempo sul fotovoltaico. Immagino che questo vi abbia aiutato contro il caro bollette…
“Direi di sì. E sul fotovoltaico puntiamo da anni per diminuire la nostra impronta in termini ambientali. Ma non facciamo solo questo: nelle nostre tenute abbiamo ripopolato le aree boschive in modo da assorbire quanto consumiamo con i nostri processi produttivi. Cerchiamo di emettere meno anidride carbonica ed abbiamo anche ridotto il peso delle nostre bottiglie per sprecare meno. Noi siamo un piccola realtà ma se tutti facessero così…”
Uno dei vostri obiettivi è raggiungere l’autosufficienza energetica: quando e come?
“Non è certo che ci riusciremo con il fotovoltaico. Anche perché non possiamo metterlo dove ci pare ma i pannelli devono essere legati al tetto. Ci sono dei vincoli paesaggistici da rispettare ma noi vogliamo istallare gli impianti, laddove è possibile, in modo da avvicinarci all’autosufficienza. Capisco che il fotovoltaico non sia il massimo da vedere però sono disposto a barattare un po’ di bellezza con l’aria pulita”
Carpineto ha iniziato a vendemmiare rossi sostenibili, che cosa significa?
“La sostenibilità a 36o gradi è uno dei nostri punti di forza: siamo sostenibili da un punto di vista sociale, visto che la larga maggioranza dei nostri collaboratori lavora con noi da trent’anni; poi c’è la sostenibilità economica ed infine quella ecologica. Abbiamo iniziato a scommettere su un’agricoltura di precisione. Facciamo i trattamenti ai vigneti solo quando è necessario, usiamo trattori 4.0 per calibrare le nostre operazioni ed abbiamo inoltre una stazione meteorologica fissa e piccole sonde, messe tra i vigneti come foglie finte, per misurare la rugiada, la pioggia caduta ed il vento. Un software ci aiuta a capire quali sono i problemi e quando intervenire”
Quanto ha inciso l’aumento dei costi?
“Tra bollette energetiche e incremento dei prezzi dei materiali direi che quest’anno ha influito per un 10% del costo industriale di produzione di una bottiglia. Ora con la vendemmia però ci sarà da calcolare costi come quelli per i trattori e per la tramoggia e non sarà una bella situazione”
La vendemmia di questo anno come è andata nel dettaglio, il clima ha inciso?
“L’uva è meravigliosa. Da anni non se ne vedeva così”.
Marco Crimi