La storia – “Ho perso mia moglie per un cancro, ora lotto per salvare le vite degli altri”

Amore, coraggio, solidarietà e tenacia. E’ una storia lunga quella di Francesco Provenzano, che parte dall’ospedale Le Scotte di Siena e che continua nella sua Calabria.

E’ un racconto che inizia con un grande dolore: la scomparsa della moglie, portata via dal cancro. Francesco ha risposto a questa dando vita all’ Arco – Associazione Ri-Uniti Calabria Oncologia -. Arco, fondata in memoria della sua Emilia, ha l’obiettivo di fare prevenzione e dare un contributo nella lotta contro i tumori. “Questa associazione mi ha dato la possibilità di non pensare al mio dramma – ci racconta- che sto ancora cercando di superare. Se io salvo una persona è come se salvassi mia moglie, questo è il motto che mi fa andare avanti e mi dà la possibilità di non pensare a quello che mi è successo. Ancora non ci voglio pensare, quello che ho vissuto è un evento che cambia la vita…”.

Un evento che stravolge l’esistenza senza che tu te lo possa aspettare, così Francesco e la sua famiglia si sono trovati a combattere la più difficile delle battaglie. “A Emilia fu diagnosticato un tumore allo stomaco che aveva già preso il midollo. Tutti i migliori reparti oncologici d’Italia le avevano dato tre giorni di vita – prosegue-. A Siena abbiamo trovato il dottor Pierpaolo Correale che operava alle Scotte e che ci disse: ‘ venite qui, vediamo cosa si può fare’. Abbiamo preso al volo questa opportunità e quei tre giorni di vita sono diventati 550”, dice Francesco che poi ricorda il periodo vissuto nella nostra città: “ci siamo trovati bene, abbiamo avuto una grande risposta dal policlinico Le Scotte e le migliori cure che erano in circolazione – aggiunge-. A Siena è stato un periodo di rinascita familiare: io qui ho portato tutta la mia famiglia, anche i miei due figli. I sei mesi vissuti in questa città ci hanno fatto sperare in un futuro migliore”. Il merito va anche al personale sanitario delle Scotte: “mia moglie non voleva uscire dal policlinico, era trattata da regina, Siena per noi è stato un periodo bello, ci sentivamo trattati bene”.

La riflessione però poi si è spostata sul momento della morte della moglie: “Il mio mondo è caduto giù, sono passato da una vita ad un’altra”. Da questo evento tragico però è arrivata anche la voglia di reagire: “Ho cercato quella che per me era la migliore soluzione. Quando sei dentro questo tunnel cerchi di vedere come fare per poter aiutare gli altri – spiega-. Abbiamo pensato quindi all’associazione. L’idea è stata partorita in Calabria, ma è stata concepita a Siena. L’ho voluta fortemente” , continua Francesco che poi ripete quello che è il suo motto:” Se salvo una persona è come se salvassi mia moglie, ed io di cittadini ne sto salvando tanti. Questo mi dà orgoglio e mi fa andare avanti”.

Che cosa fa l’associazione Arco? “Il nostro programma è preciso: informazione, prevenzione e ricerca sulle malattie oncologiche – spiega- . Informiamo perché quando parliamo di cancro in molti non vogliono nemmeno sentire questa parola. Abbiamo organizzato molti convegni per fare capire cosa è il cancro, perché più si conosce e più si evita. Non solo, abbiamo fatto anche progetti nelle scuole, dobbiamo fare conoscere ai ragazzi l’argomento. Facciamo tanta prevenzione: in un anno 700 screening gratuiti, abbiamo portato gli ospedali nelle piazze”. Nemmeno il covid ha fermato l’associazione: “abbiamo fatto prevenzione contro la pandemia. Con la vendita dei nostri doni di Natale e di Pasqua abbiamo aiutato le famiglie più bisognose e le Caritas dei comuni, abbiamo fornito mascherine agli ospedali di Cosenza e Reggio Calabria, abbiamo favorendo gli screening con i tamponi molecolari”, sostiene.

Con Siena c’è ancora un rapporto forte e diretto. In particolare l’associazione Arco sta dando un enorme contributo per la sperimentazione del farmaco antitumorale TSPP, grazie ad un accordo con l’ateneo di Siena. Il prodotto è un farmaco biologico della classe dei vaccini antitumorali, che agisce favorendo una risposta immune verso le cellule tumorali, creato alcuni anni fa nei laboratori dell’Università di Siena e dell’Azienda ospedaliero universitaria senese, principalmente dal dottor Pierpaolo Correale e dalla professoressa Mariagrazia Cusi, in collaborazione con il professor Luigi Pirtoli, e brevettato dall’Ateneo. “Noi finanziamo il brevetto e lo stiamo portando avanti”, conclude Francesco.

Marco Crimi