La storia – “Mia figlia, con disturbi dell’apprendimento, ha ricominciato a sognare grazie a chi l’ha seguita””

“Daniela ha iniziato a immaginare il suo futuro, ha iniziato a sognare: vuole fare l’avvocato”. Questo è il racconto di una ragazza, studentessa, che è seguita ormai da tanti anni dal Centro Dedalo-Sos Dislessia, struttura specializzata  nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento fornendo anche supporto alle famiglie e ai ragazzi.

A narrare la vicenda sono Valentina Campanella, che del centro è la direttrice, e la madre Antonella Canne. “Abbiamo conosciuto il Centro Dedalo quando Daniela ha finito le elementari – ci dice Antonella-. Ha difficoltà a leggere brani lunghi e complessi, è discalculia e non ha astrazione matematica. Infine è disprassica: ha problemi di movimento spazio temporale. Arrivare al Centro Dedalo è stata una svolta”.  “Durante le elementari le maestre si sono accorte di alcune difficoltà – continua-, come il non saper rimanere nelle righe scrivendo l’alfabeto. Alle medie a Daniela è stato riconosciuto l’handicap, l’indennità di frequenza e il sostegno”. Per Daniela però è stato un periodo difficile. “I suoi compagni l’hanno bullizzata e presa in giro, le mamme dicevano che queste erano solo ‘ragazzate'”.

 

 

Dopo le medie la scelta di affidarsi al Centro Dedalo “era giusto affidarsi a chi sa fare con passione-commenta Antonella- Oggi Daniela fa quarta superiore di passi avanti ne ha fatto tantissimi”. E ‘stata “la scelta migliore negli interessi di Daniela. Poter trovare altri ragazzi con le sue difficoltà, è stato fondamentale. Al Centro Dedalo abbiamo trovato quello che ci è servito per crescere. C’è soprattutto l’ascolto e l’accompagnamento”.

“Abbiamo valutato l’età- così esordisce Campanella-. Abbiamo cercato di capire come intervenire, anche a seconda della vita scolastica. Daniela ha fatto un sacco di cose, ha una motivazione altissima, e nel corso degli anni è cambiata molto La famiglia è sempre stata presente e l’aiuta nei momenti in cui non vuole lavorare perché stanca o perché crede di non farcela”.