La Val d’Orcia ricorda Vittorio Tassi e Renato Magi, carabiniere e aspirante allievo carabiniere, uccisi dai tedeschi durante la Resistenza esattamente 80 anni fa nel cuore della Val d’Orcia.
Così, stamani alle 10.30 a San Piero in Campo si è svolta la cerimonia di deposizione di una corona sul luogo dell’eccidio, alla presenza del sindaco di Radicofani e di Pienza Francesco Fabbrizzi e Manolo Garosi, del presidente della provincia David Bussagli, dei sindaci del comprensorio, del comandante provinciale dei carabinieri di Siena Angelo Pitocco, del questore di Siena Ugo Angeloni e dei carabinieri della compagnia di Montalcino, del comandante provinciale della Guardia di finanza Pietro Sorbello e del comandante del 186° Reggimento Paracadutisti Giovanni Corradi.
Alla commemorazione hanno preso parte i familiari delle vittime e una nutrita rappresentanza di studentesse e studenti degli istituti scolastici della Val d’Orcia e dell’Amiata, cui si sono uniti i rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri e delle associazioni combattentistiche locali. Dopo gli onori militari ai caduti è stata celebrata la Messa, officiata dal cappellano militare della legione carabinieri Toscana, don Pietro Folino Gallo, nella chiesa di san Pietro Apostolo di Radicofani.
Vittorio Tassi nacque a Radicofani l’1 maggio 1903, l’8 giugno 1923 si arruolò nell’arma dei Carabinieri e prese servizio prima alla stazione di Borgo San Lorenzo e, successivamente, in vari reparti della Sicilia. Quando, l’8 settembre 1943, le truppe tedesche occuparono l’Italia, Tassi prestava servizio alla stazione di Chiavaretto, nell’aretino. La stazione venne chiusa, perché sospettata di attività patriote, e i militari ad essa effettivi si divisero e si aggregarono ad altre unità di carabinieri passate alla lotta clandestina. Vittorio Tassi entrò prima a far parte della Banda Tifone, costituita nella zona dell’Alpe di Catenaia e, poi, nel febbraio del 1944 raggiunse Radicofani, sua terra di origine, dove l’attività repressiva tedesca era divenuta particolarmente dura e dove attivò una resistenza armata. Con lui operavano vecchi compagni di scuola e i ragazzi delle vicine contrade: tra questi il giovane Renato Magi, che finita la guerra avrebbe voluto arruolarsi nell’Arma.
Dopo numerose azioni contro i tedeschi, il 15 giugno i nazisti, individuata la posizione dei partigiani, attuarono un massiccio rastrellamento. Tassi fronteggiò i tedeschi con cinque volontari, tra cui Magi; tutti però vennero catturati e condotti presso la sede del governo tedesco. Qui, consapevole che gli altri patrioti potevano facilmente cedere alle sevizie tedesche, Tassi decise di addossarsi l’appartenenza alle bande partigiane, facendo scagionare gli altri. I tedeschi, convinti solo in parte della sua versione, mandarono gli altri in carcere, a Siena, e trattennero lui e Magi. Il 17 giugno 1944, condotti in in val d’Orcia, dopo aver scavato la loro fossa, vennero fucilati sul posto.
Tassi e Magi: un binomio che ammonisce che, per quanto grandi possano essere gli interessi familiari e gli orizzonti di un uomo, la sua vita non ha valore se non è in continuo servizio della libertà della sua terra e della rinuncia a misurare, per questo fine, sacrifici e pericoli. Per l’altissimo senso del dovere e supremo sacrificio, al Carabiniere Tassi venne concessa la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, mentre al giovane Renato Magi la medaglia di bronzo al valor militare alla memoria.