Siena

“La violenza contro le donne non può essere pane quotidiano”, il messaggio della Cgil da anni nelle case senesi

Ogni anno il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Cgil e lo Spi Cgil portano nelle case dei senesi un messaggio contro la violenza sulle donne e lo fanno con il pane. Più di 30 forni della città e della provincia aderiscono infatti all’appello del sindacato confezionando il pane che esce dai loro negozi con una busta speciale dove campeggia lo slogan ‘La violenza contro le donne non può essere pane quotidiano’, un disegno realizzato dagli studenti del Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna e i numeri dei centri anti-violenza presenti sul territorio: Siena 347-2220188, Val d’Elsa 366-2067788, Amiata 392-4147596, Val di Chiana 329-3050686.

“È un’iniziativa alla quale siamo molto affezionate,” – affermano le donne del sindacato – “se da una parte coinvolge il mondo del lavoro e delle pensionate e pensionati, dall’altra impegna gli studenti e le studentesse a riflettere sulla tematica della violenza di genere. Fa conoscere i centri antiviolenza che si trovano nella nostra provincia e porta in migliaia di case un messaggio fondamentale. Crediamo che sia importante continuare a ripeterlo, molto più adesso che le cronache sono invase dall’orrore dell’ennesimo femminicidio”.

“Non siamo più disposte a sopportare oltre questa vergogna e crediamo si debba essere tutte e tutti impegnati nel cambiamento culturale di cui c’è bisogno. Non bastano le leggi e la repressione perché arrivano a fenomeno incardinato nella società, quando il guaio è fatto,” – affermano le donne della CGIL e le pensionate dello SPI CGIL – “la violenza nasce nella stessa cultura che produce la discriminazione nei luoghi di lavoro e nella società, disparità in ambito economico, molestie nei contesti professionali. Il femminicidio non è che il punto di arrivo di tanti processi che sono comunemente accettati come la normalità delle cose, ma non c’è niente di normale nel subire una molestia e dover rimanere in silenzio per paura. Non c’è niente di normale nel percepire uno stipendio o una pensione più bassa rispetto ad un uomo e doversi sobbarcare il carico di famiglie intere senza nessun riconoscimento. Non c’è niente di normale nei dati della disoccupazione femminile e della povertà delle donne in questo Paese. Crediamo che queste condizioni di vita abbiano molto a che fare con la violenza di genere. Uno dei nostri compiti come donne del sindacato è essere ogni giorno in prima linea per cambiarle”.

“Ringraziamo come sempre tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa e che si sono dimostrati sensibili al tema della violenza di
genere” – concludono le donne del sindacato.

emanuele giorgi

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