Siena

L’allarme di Masi: “Il nuovo piano operativo comunale mette in ginocchio i negozi della città”

“Il covid ci deve convincere a rafforzare l’economia urbana ed a contrastare la desertificazione commerciale, con una programmazione che salvaguardi il tessuto commerciale in città” ma “il piano operativo insiste con la possibilità di strutture di vendita medio grandi, anche nel centro storico, previsione incompatibile con il sistema socio economico e con i valori identitari e statutari del nostro territorio”. E’ l’accusa del consigliere comunale del Pd di Siena Alessandro Masi.

Il piano operativo, è stato approvato, dal consesso senese nel maggio 2020, in questi mesi il piano operativo insiste con la possibilità di strutture di vendita medio grandi, anche nel centro storico, previsione incompatibile con il sistema socio economico e con i valori identitari e statutari del nostro territorio”. E’ l’accusa del consigliere comunale del Pd di Siena Alessandro Masi.”

Per Masi in città, “anche le piccole attività contribuiscono a un tessuto urbano, “capolavoro di dedizione e inventiva”, costituendo di per sé un centro commerciale naturale”. “E’ sbagliato insistere con le strutture di vendita medio-grandi. Commercio, artigianato, esercizi pubblici e turismo si sostengono invece alimentando anche l’indotto locale con la previsione di insediamenti manifatturieri e hitech”, prosegue

“Nel recente strumento urbanistico, le nuove destinazioni commerciali non sono giustificate né dall’andamento insediativo dei residenti, che semmai tendono a stagnare o a diminuire (53.922 abitanti al 31.12.2019) – precisa Masi-, né dai flussi turistici (prima del covid, 524.204 arrivi e presenze pari a 1.103.788); e neppure dalla localizzazione delle nuove residenze. Oltretutto, gli effetti destabilizzanti di queste previsioni sono comunali e sovracomunali, non tengono conto delle carenze infrastrutturali e delle difficoltà di accesso alla Città e la loro attuazione viene regolata per la gran parte con interventi diretti, invece che con lo strumento partecipativo del piano attuativo” , continua.

Poi Masi lancia l’allarme. “se non si governa l’equilibrio tra grande e piccola distribuzione e si orienta nel consumo alla qualità e alla tipicità, si rischia la sparizione dei servizi di vicinato nei quartieri e, soprattutto, nel centro storico, abbandonati al “libero mercato” degli affitti, dei conti che non tornano e della concorrenza esasperata, cui si aggiunge la competizione degli acquisti online, che nel Covid segnano anche a Siena la chiusura dell’esperienza del franchising”, se si apre indiscriminatamente alla grande distribuzione “si rischia un’offerta insostenibile rispetto alla domanda interna”.

La soluzione per il capogruppo del Pd è quella di “accompagnare l’insediamento e la crescita di nuove attività produttive nell’ambito della manifattura e hitech, per aumentare il reddito, la domanda ed i consumi” e  “rinnovare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, soprattutto in questa crisi covid, per dire che acquistare e consumare a Siena significa aiutare la nostra città a non perdere una parte della propria vitalità e vivibilità”.

“Il sostegno e la protezione dei piccoli esercizi passa anche da una maggiore attenzione della pianificazione alla dotazione puntuale di standard e servizi, che vuol dire “difesa” della residenzialità e dell’accoglienza, il senso di ogni politica urbanistica senese. “Ma sul punto questa amministrazione non ci sente” , conclude.

marco crimi

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