L’analisi di Coldiretti: “Il 2023 è l’anno più caldo della storia”. Borghesi (Unisi): “Da tempo siamo nel trend delle temperature record”

Il 2023 dovrebbe essere l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura globale superiore di 1,15 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo nel periodo gennaio-novembre. E in Italia la temperatura è stata poco più di un grado sopra la media storica nello stesso periodo, con picchi anomali di 10 gradi in alcune zone a dicembre.

L’analisi è di Coldiretti nazionale sulla base delle previsioni del National climatic data centre.

La notizia non sorprende Simone Borghesi, docente di Economia ambientale dell’ateneo di Siena: “Ogni anno si registrano nuovi record – osserva -. Siamo in un trend che continua nel tempo, sia nel mondo che in Italia”.

Il professore pone poi l’accento sulle anomalie climatiche: “Si vedono discrepanze di 0,89 gradi rispetto al 1950-1960. Questi grandi scostamenti preoccupano e sono quelli che provocano i danni nel settore agricolo”, continua.

I raccolti, come logico e come ribadisce l’associazione di categoria, rischiano di essere le prime vittime del caldo anomalo. Anche qui da noi. “Se si pensa alla produzione dell’olio di questa stagione – aggiunge Borghesi – abbiamo visto come le temperature abbiamo influenzato sulla produzione e abbiamo fatti salire i prezzi”.

La riduzione dei combustibili fossili, lo spostamento verso le rinnovabili e il cambiamento delle abitudini dei consumatori: queste le soluzioni consuetudinarie contro il problema.  “Ma non solo – precisa Borghesi -: si può puntare anche ad un migliore sfruttamento dei meccanismi del mercato. L’Università, ad esempio, con il progetto Agritech, si propone di premiare l’agricoltura più sostenibile e gli agricoltori che, con la loro capacità di assorbire C02, sono capaci di venere crediti di carbonio a quelle aziende non pronto al processo di decarbonizzazione”.