“Dopo la notizia data da Stellantis dell’apertura di uno stabilimento gemello della Sevel in Val di Sangro a Gliwice in Polonia, è arrivata mesi fa comunicazione che nel nuovo stabilimento polacco è prevista anche la produzione di veicoli RV (Recreational Vehicles). Nei giorni scorsi poi Stellantis ha presentato al salone Solutrans di Lione, la fiera per gli operatori del trasporto merci, il nuovo segmento Pro One che traghetterà il motore dall’endotermico al Full Eletric e all’idrogeno. Il futuro a brevissimo termine dei 4 marchi di veicoli commerciali Stellantis sarà quindi costituito dai nuovi E-Ducato FIAT Professional, E-Boxer Peugeot, E-Jumper Citroen ed EMovano Opel, che implementati di una proposta ad idrogeno, arriveranno contestualmente ai veicoli professionali (92% della produzione totale) a sostituire progressivamente anche gli chassis dei veicoli RV, adibiti al settore camper”. Esordisce così la nota firmata da Iuri Campofiloni, responsabile Fiom Cgil Toscana Settore Camperistica.
“Considerando che Stellantis occupa il 40% del mercato dei veicoli commerciali totali e circa l’80% dei veicoli RV in Europa, la domanda che sorge spontanea è: dove verrà prodotta la linea Pro One, ad Atessa o a Gliwice? – si legge ancora – Come Fiom Cgil siamo spesso accusati di voler fare politica. Non è così: la competizione oggi non sta tanti dentro la fabbrica quanto fuori, dalla logistica alle infrastrutture, fino alle scelte industriali di chi produce chassis che sempre più si allontanano dal nostro Paese. Sono quindi sempre più necessari accordi di sviluppo dei player per tutelare nel tempo la capacità industriale radicata in Toscana, che non può essere scambiata con alcun premio di produzione, a meno che non si voglia rinunciare a continuare ad essere protagonisti della capacità produttiva futura della nostra Regione. Invitiamo le altre sigle sindacali a guardare oltre il proprio ombelico per riattivare unitariamente il tavolo istituzionale necessario a costruire e prevedere meccanismi di tutela del distretto toscano e chiedere di elevare il livello di discussione, oggi meramente corporativo, che così facendo fa il gioco di chi, vendendo nel mondo, potrebbe più facilmente svincolarsi dal territorio Toscano”.
“Lo dicevamo a maggio 2022 e lo ribadiamo con urgenza oggi: è necessario un confronto con i players per conoscere i piani industriali e avere garanzie di investimenti che assicurino prospettive solide al distretto toscano nel settore dei veicoli ricreazionali – conclude Campofiloni -. Dobbiamo puntare ad un patto con le istituzioni locali e regionali che coinvolga anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy perché in gioco ci sono oltre 3000 posti di lavoro diretti più 5000 dell’indotto e una eccellenza del nostro paese nel mondo”.