“Sono commosso. Adesso ho 75 anni e la mia lunga vita è stata segnata da Siena”. Era visibilmente emozionato stamattina l’arcivescovo emerito Monsignor Antonio Buoncristiani. Nella Sala delle Lupe del Palazzo Pubblico c’è stata la cerimonia di saluto della città. Davanti a tutte le autorità cittadine e agli uomini di fede della nostra provincia, Buoncristiani ha ricordato con una punta di malinconia i 18 anni vissuti nel territorio della nostra diocesi. ” Siena ha un fascino che pochi altri centri storici hanno quando si parla d’arte, sopratutto per le chiese che sono il segno di cultura dei valori cristiani – sottolinea -. Non sono mancate le difficoltà nel mio vissuto qui, forse per il mio temperamento e forse per i tempi in cui viviamo ma nonostante ciò vorrò sempre portare avanti i valori umani cristiani e non quelli materiali e terreni segnati dal consumismo e dall’individualismo. Questa è anche la direzione che la comunità deve prendere”.
Portare avanti i valori cristiani, appunto, questa è stata la linea da perseguire per l’arcivescovo emerito. Una via mai rinnegata che lo ha fatto scontrare anche di recente con il ‘potere temporale’ senese. Davanti ai priori delle 17 contrade Monsignor Buoncristiani è ritornato a riflettere sulla scelta di non voler battezzare il Drappellone del Palio straordinario dipinto da Gian Marco Montesano, un gesto che generò attrito con il sindaco De Mossi. ” Sulle polemiche del Drappellone io voglio ricordare che il motivo della mia scelta non è stato per l’arte. Credo che le radici del Palio siano legate anche alla cristianità e alla Madonna. Il Drappellone deve avere l’immagine della Vergine e io sono intervenuto per ricordare che questa è anche una festa religiosa, non solo laica”.
A margine del saluto, intervistato ai nostri microfoni, l’uomo che ha governato l’arcidiocesi per quasi 20 anni ha mandato un messaggio di augurio al nuovo Arcivescovo di Siena Lojudice. “Spero per lui ogni bene, è possibile che ci siano diverse vedute, siamo cresciuti in epoche differenti – evidenzia – . La successione però non sarà un evento stravolgente, non cambierà tutto. Il punto di partenza sarà sempre l’insegnamento di Gesù Cristo e degli apostoli”.
A portare i saluti di tutta la cittadinanza e a donare una pergamena di riconoscimento per il lavoro svolto a Siena è stato il primo cittadino Luigi de Mossi. ” Il suo incarico ha lasciato una grande esperienza nella comunità dove ha servito. Lo accoglieremo sempre a braccia aperte- sottolinea De Mossi-. Sono passati molti anni da quando è arrivato, io ero giovane. Questo mi fa pensare al modo in cui il tempo passa inevitabilmente ma lui rimarrà sempre nei nostri cuori”.
Marco Crimi
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