Un’azienda con 101 Comuni, di cui 39 montani, e 833.634 abitanti. La più grande d’Italia, che ha raccolto la sfida dell’unificazione delle tre vecchie Asl per sperimentare un nuovo modello organizzativo che riducesse le differenze, anche di salute, tra le tre province. Se la Toscana è, infatti, la seconda Regione in Italia per risposta ai bisogni dei cittadini (dati Agenas), l’Azienda Usl Toscana sud est ha i migliori risultati di tutta la Regione Toscana (dati Mes). Non solo: dall’indagine SWG, il 95% dei cittadini rimane a curarsi nel suo territorio.
La scelta del modello della nuova Asl è stato fatto cercando di garantire il diritto alle cure.
«La disuguaglianza di accesso alle cure tra più poveri e meno poveri, tra più istruiti e meno istruiti – afferma il direttore generale Enrico Desideri– è un tema centrale in tutto il Paese, come lo era nel nostro territorio. Nella classifica Bloomberg l’Italia è 4° per efficienza e solo 12° per equità d’accesso: un’ingiustizia sociale inaccettabile. Da qui il nostro impegno di questi anni di cui già , oggi, vediamo i primi risultati».
L’Azienda Usl Toscana sud est si è quindi concentrata nello sviluppo organizzativo e prima di tutto nell’omogeneizzazione di procedure e regolamenti delle tre province. Ne sono un esempio la nuova riorganizzazione e unificazione delle centrali operative del 118 di Siena e Grosseto, con revisione dei protocolli e con un medico di centrale presente h 24, novità che ha dato i risultati auspicati. In due anni si sono infatti ridotti di 3 minuti i tempi di intervento, con una sensibile riduzione anche della mortalità per infarto.
«Gestione dell’ordinario sì, ma senza perdere d’occhio la spinta innovativa necessaria per rispondere ad un mondo, come quello della sanità , in continuo movimento, per cui abbiamo sempre favorito l’avanguardia e la ricerca – continua Desideri – Esempio ne sono gli studi dei nostri professionisti, come quelli in Oncologia: 100 studi attivi in fase di follow up, 20 in in fase di arruolamento di pazienti; o in Cardiologia: 29 studi clinici e 25 osservazionali, per un fatturato che supera il milione di euro».
Ma nulla può funzionare senza il quotidiano impegno di chi lavora in Azienda, più di 10.000 dipendenti: dal 2017 ad oggi sono aumentate le risorse umane (20 medici in più, 90 persone in più tra infermieri e oss) ed è diminuito il precariato. A conferma di una sempre maggiore attenzione e professionalità da parte di medici e infermieri, si sono ridotti i contenziosi.
«Nell’ultimo triennio – afferma il direttore amministrativo Francesco Ghelardi – abbiamo investito 57 milioni di euro in strutture, il 7% di questi in energia e ambiente. Con l’impianto di cogenerazione negli ospedali del Valdarno e di Arezzo abbiamo un risparmio economico annuo di oltre 430.000 euro e allo stesso tempo evitiamo emissioni di CO2 per 1.448 Tonn CO2 / Anno. Il 22% lo abbiamo investito nei territori e il 72% in edilizia ospedaliera. Per il triennio 2019- 2021 abbiamo in previsione interventi nelle strutture per 41 milioni di euro, di cui il 37% nell’edilizia ospedaliera, il 6 % in ambiente e energia e ben il 57% nella sanità territoriale».
Rilevanti anche gli investimenti programmati per la nuova tecnologia nel triennio 2018-2020: sono previsti circa 30 milioni di euro in nuove risonanze magnetiche, tac pet, angiografi, mammografi, ecografi e robot da Vinci.
Gli investimenti più importanti del 2018 nella provincia di Siena per le apparecchiature elettromedicali sono pari a 1.560.000 euro: tavolo operatorio per lo stabilimento ospedaliero di Nottola € 117.000; ecografo alta fascia per Poggibonsi € 85.000; colonna laparoscopicaper Poggibonsi € 133.000; macchinario TAC per Abbadia San Salvatore€ 213.500; Diagnostica Radiologica per Poggibonsi € 77.000; Diagnostica Radiologica per Nottola € 152.500.
Un’importante partita che la Asl ha giocato è la telemedicina (tele monitoraggio a domicilio dei pazienti fragili, tele refertazione radiologica, telerefertazione elettrocardiogramma per il 118, teleconsulto neuro radiologico ecc). Da quest’anno è stato avviato un percorso di Medicina Digitale in collaborazione con il Centro Nazionale di Telemedicina dell’Istituto Superiore di Sanità a partire dalla rete multispecialistica dei Pronto Soccorso dell’area grossetana (Orbetello-Grosseto) e l’Isola del Giglio. Tutti gli ospedali di Area Vasta saranno presto in rete per teleconsulti e televisite specialistiche, così da raggiungere tutte le zone e garantire equità di accesso ai servizi.
I dati sui ricoveri hanno dimostrato che in modo stabile, nell’ultimo biennio, oltre l’80% dei cittadini ha ricevuto le cure presso l’ospedale territoriale di riferimento. Colpisce come questo dato sia confermato anche negli ospedali delle aree più interne.
«Gli ultimi tre anni sono stati molto impegnativi e stimolanti – ha commentato il direttore sanitario Simona Dei – Ci hanno permesso di aprire confronti vivaci e costruttivi fra gli operatori delle tre ex Asl, tessendo reti preziose per i professionisti e per i cittadini, garantendo servizi vicini, accessibili, in qualità e sicurezza. Una trasformazione profonda che è stata realizzata grazie ad un lavoro attento e da parte di tutti: e ora i risultati raggiunti parlano da soli».
Per le liste di attesa, tema particolarmente sentito dai cittadini, si registra un sensibile miglioramento nell’accesso alle prime visite ed esami strumentali. Il dato evidenzia che nell’83% dei casi, i tempi di disponibilità sono rispettati. Non viene considerato ancora soddisfacente: grazie a un finanziamento regionale di 2 milioni di euro, verranno aumentate ulteriormente le prestazioni con l’auspicio di risolvere le criticità .
Con 22 Case delle Salute nel territorio, 6 in attivazione e 9 in progettazione, la Asl Toscana sud est è tra le prime in Italia per risultati di salute. Già adesso, con la sanità di iniziativa viene coperto il 60% della popolazione e si auspica di arrivare presto al 100%. Questo risultato, reso possibile dall’impegno della direzione aziendale e dei professionisti attraverso il progetto delle Reti cliniche integrate e strutturate, ha consentito di ottenere, dal Laboratorio Management e Sanità (MeS) dell’Istituto Superiore Sant’Anna, il riconoscimento dei migliori risultati rispetto alla media regionale. Un esempio fra tutti è la riduzione del dato di ospedalizzazione per scompenso cardiaco, causa frequente di morte.
«Nel territorio – ha concluso Patrizia Castellucci, coordinatore del Dipartimento dei Servizi Sociali – è stato attivato un nuovo e più equo sistema per definire la priorità di accesso nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), una volta che il cittadino ha terminato il percorso di valutazione e la Commissione gli ha riconosciuto il diritto al titolo d’acquisto. Con questo sistema, validato dall’Azienda Toscana sud est con la supervisione della Regione Toscana, al cittadino viene attribuito, dopo una valutazione multidimensionale, un punteggio in base alla gravità clinica e alle condizioni socio ambientali e viene inserito in una lista costruita secondo i bisogni della persona non autosufficiente».