Morbidi cappellini, scarpine, dudù e copertine, tutto lavorato a maglia, in calda lana o fresco cotone, per avvolgere, scaldare e colorare i piccoli pazienti ricoverati nella Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Santa Maria alle Scotte. L’Associazione Cuore di Maglia, attiva in circa 90 ospedali italiani, inizia la sua collaborazione anche con l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, e lo fa con la consegna di alcuni regali realizzati con amore dai volontari e dalle volontarie dell’associazione, attivi in tutta l’Italia.
“Siamo molto contenti di iniziare questa bella collaborazione – spiega il direttore generale dell’Aou Senese Antonio Barretta – perché realtà come Cuore di Maglia sono un grande valore aggiunto per gli ospedali e soprattutto per i piccoli pazienti e le loro famiglie. Il nostro ospedale è il riferimento per l’Area Vasta Toscana Sud-Est per tutti i neonati e i prematuri che necessitano di cure neonatali ad alta intensità e che provengono, quindi, da diverse aree della Toscana; Cuore di Maglia sarà quindi un importante supporto, contribuendo a migliorare l’accoglienza dei piccoli pazienti e a potenziare le attività di “care” garantite dal reparto, con una presa in carico complessiva del benessere del neonato”.
A consegnare i manufatti a maglia alcune volontarie della Toscana e del Lazio, tra le quali la consigliera dell’Associazione Cuore di Maglia Egle Porretti: “Siamo un’associazione a carattere nazionale, vogliamo favorire l’accoglienza dei bimbi prematuri nelle terapie intensive neonatali. Realizziamo capi a mano in pura lana e in cotone a misura di bambino prematuro, con estrema cura, attenzione e tanto amore. Siamo molto felici di dare una mano al personale che presta servizio alle Scotte”.
Ad accogliere la delegazione di Cuore di Maglia erano presenti la direttrice della Terapia Intensiva Neonatale Barbara Tomasini, la coordinatrice infermieristica Elisa Neri e l’infermiera NIDCAP trainee Barbara Tecce.
“Siamo molto contenti dell’ingresso di Cuore di Maglia nella nostra famiglia – aggiunge la dottoressa Tomasini -. Il bambino prematuro ha bisogno di contatto, della voce materna, delle mani della mamma, di qualcosa che lo avvolge e che gli ricorda l’utero materno. La copertina, il cappellino, il dudù con il quale il bimbo prematuro gioca ricordandosi del cordone ombelicale sono piccoli oggetti e attenzioni che aiutano la “care”, la relazione e lo sviluppo neuroevolutivo, un supporto molto importante”.
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