Ieri pomeriggio i Carabinieri di San Gimignano, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Radiomobile di Poggibonsi, hanno tratto in arresto un latitante pericoloso perché affiliato a cosche mafiose: si tratta di F.M. di anni 40, residente in provincia di Catania e legato al clan mafioso denominato “Santangelo-Taccuni” avente la propria sfera d’attività nei Comuni di Adrano in provincia di Catania.
L’uomo era riuscito a sfuggire ad un maxi operazione di polizia denominata “adranos” che ha avuto luogo in Sicilia il 30 gennaio 2018, durante la quale finirono in manette 29 persone tutte coinvolte a vario titolo in associazione mafiosa finalizzata al traffico di sostante stupefacenti.
Su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, la Polizia di Stato aveva dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 33 persone. Gli arrestati erano stati 29 (quattro erano riusciti a scappare, tra questi il quarantenne arrestato ieri) e sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Santangelo), associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, estorsione, rapina, furto, ed altri reati contro il patrimonio, reati in materia di armi, con l’aggravante di aver commesso il fatto in nome e per conto dell’associazione di tipo mafioso denominata clan Santangelo “Taccuni” e al fine di agevolarne le attività illecite.
Dalle indagini, dal settembre del 2014 al settembre del 2016, è emerso che l’organizzazione Santangelo – Taccuni, capeggiata dal boss storico Alfio Santangelo, e la cosca avversa degli Scalisi, retta da Pietro Maccarrone, dopo anni di contrapposizione hanno raggiunto una intesa per la spartizione dei proventi del pizzo, specialmente nel mercato ortofrutticolo e in quello dell’ingrosso delle carni.
L’uomo aveva scelto San Gimignano chissà per quale motivo ma in effetti dopo l’arresto è rimasto lì: una volta accertati i provvedimenti a suo carico è stato rinchiuso del carcere di San Gimignano a disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania che ne aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare.