Nella Ue si sta discutendo “una proposta di direttiva finalizzata ad introdurre negli stati membri la cogestione delle imprese. E credo che in Italia dovremo recepirla. In questo senso penso che iniziare a riflettere su quali siano le forme di sperimentazione sia davvero un presupposto necessario perché ciò avvenga con le modalità più in linea con la storia e la struttura del nostro sistema d’impresa”.
Così il ministro del Lavoro Andrea Orlando intervenuto al convegno “Oltre la famiglia e lo Stato: quali riforme per il capitalismo italiano”, organizzato dal dipartimento di Economia politica e statistica dell’Università di Siena insieme all’Associazione Marcello De Cecco.
In Italia, ha osservato il ministro, le imprese private “non hanno gli incentivi per evolvere verso una forma manageriale e rimangono a prevalente gestione familiare”, mentre oggi “vi è un consenso tra gli studiosi sul fatto che proprio grazie alla cogestione le imprese tedesche hanno dato prova di maggiore resilienza. E hanno dimostrato di sapere investire di più sulla produttività”. Alla cogestione, per Orlando, si agganciano anche i temi della rappresentanza sindacale e del salario minimo, “tre direttrici che possono consentire di dare più voce, valore e dignità al lavoro”, ha proseguito
All’evento organizzato dall’ateneo era presente anche l’ex ministro Fabrizio Barca che ha spiegato come il capitalismo italiano abbia prodotto due tare: la scarsa produttività e le grandi diseguaglianze. Ma per l’economista esiste un sistema di piccola media impresa “ancora potenzialmente fortissimo”. C’è “però bisogno di un rinnovamento manageriale”, ha osservato Barca perché troppe pmi “sono rette da un management familiare”. Il convegno inoltre “ha il merito di farci ragionare sul cosa dobbiamo fare con l’impresa pubblica che deve ritrovare una missione strategica”, ha aggiunto Barca.
L’iniziativa è stata aperta dall’intervento del rettore dell’Ateneo Francesco Frati. “L’argomento non ha una soluzione facile- così Frati alla stampa-. E si è complicato con la pandemia e con la guerra in Ucraina . C’è quindi bisogno di momenti di riflessione, come questo, per capire quale sia la situazione che ci si trova davanti e se ci sono possibili correttivi”.