Siena

Lavoro, nel 2020 calano del 42% le assunzioni nel Senese

I dati che emergono dall’analisi della Camera di Commercio sono chiari: l’emergenza sanitaria si è trasformata in emergenza lavoro anche nel Senese. La flessione che hanno subito le assunzioni in 12 mesi è pari al 42% rispetto al 2019. Le entrate programmate dalle imprese dell’industria e dei servizi per l’intero 2020 sono state nella nostra provincia 12.050 rispetto alle 20.780 del 2019.

“Nei mesi del lockdown il calo è stato più intenso, per poi attenuarsi nella parte centrale dell’anno; negli ultimi mesi del 2020 però la seconda ondata ha contribuito ad una ulteriore contrazione delle assunzioni programmate”, così  il presidente della CCIA di Siena- Arezzo Massimo Guasconi commenta i dati. Col segno meno anche il numero di imprese che hanno dichiarato di assumere nel corso dell’anno: sono state il 45% rispetto al 66% del 2019.” La frenata dei piani di reclutamento del personale ha interessato tutti i settori ma è stata più marcata nell’accoglienza e nella ristorazione e in alcuni comparti manifatturieri. Così come a livello nazionale – prosegue Guasconi-, si registra una accentuata polarizzazione del profilo professionale delle entrate: aumentano le quote di richiesta dei dirigenti, specialisti e tecnici e di operai specializzati mentre scende quella delle figure intermedie”.

Per le imprese del territorio questo 2020 è un Giano Bifronte: se da un lato, come rileva Guasconi, il sistema è colpito dalla crisi economica innescata dalla pandemia, dall’altro si registra “sulla trasformazione digitale delle imprese, sulle modifiche dei modelli di business e sulle innovazioni organizzative. Una trasformazione che può essere colta anche nella accresciuta domanda di competenze professionali digitali e green”, afferma Guasconi.

Un altro dato che va sottolineato è l’impressionante crescita della cassa integrazione: sono state autorizzate nella provincia 9 milioni e 785 mila ore, con una crescita di oltre 9 volte il corrispondente valore del 2019. Di queste il 65% è costituito da domande di cassa integrazione ordinaria  mentre la gestione in deroga rappresenta il 33%. A queste vanno ad aggiungersi 161 mila ore di CIG straordinaria. La maggior parte delle concessioni ha riguardato l’industria (48% del totale). Seguono poi il commercio (10,8%), il comparto dell’edilizia (10,6%), alberghi e ristoranti (10,4%) e agricoltura (7%). 

Un così significativo ricorso alla cassa integrazione assieme al blocco dei licenziamenti ha indubbiamente permesso di congelare possibili riduzioni di personale”, dice il segretario dell’Ente Marco Randellini che poi conclude con un avvertimento: “ci attendiamo per i prossimi mesi una significativa riduzione dell’utilizzo di questa tipologia di ammortizzatore sociale altrimenti avremo ripercussioni fortemente negative non solo sulla crescita del tasso di disoccupazione ma anche sulla tenuta del sistema imprenditoriale locale.” 

 

marco crimi

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