Una “lettera aperta a tutte le parti sociali nel mondo del lavoro per realizzare un patto comune per un nuovo ordine sociale dopo la pandemia”, è l’appello lanciato dal Servizio per la Pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi e le Acli di Siena in occasione della Festa dei lavoratori.
Le lettera è figlia dell’incontro su “Il lavoro al centro. Patto comune contro la pandemia” che si era tenuto alle “Clarisse” a Siena lo scorso 14 aprile.
“In un momento di ripartenza, nonostante le difficoltà, – spiegano congiuntamente Piero Morini ed Enrico Fiori, rispettivamente responsabile del Servizio per la Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Siena-Colle Val D’Elsa-Montalcino e presidente delle Acli di Siena – ci siamo dati un’opportunità: quella di mettersi in dialogo, provando ad interrogarsi, insieme, per cercare una visione comunitaria su come mettere di nuovo il lavoro al centro delle nostre prossime speranze: un patto comune di collaborazione tra parti sociali e istituzioni locali”.
“Il lavoro – aggiungono – fa parte integrante della vita dell’Uomo, è connaturale e collocato nella prospettiva del rapporto tra Dio e l’Uomo, posto dal Creatore nel giardino dell’Eden per esserne il custode: Non è quindi accettabile il concetto di lavoro separabile dal giusto rapporto con Dio. Nell’enciclica Fratelli Tutti- specificano – di Papa Francesco, si cerca di cambiare paradigmi e comportamenti dell’ordine sociale, ricercando un modello economico e sociale di fraternità; questo interroga ciascuno di noi a fare quello che può, individualmente e collegialmente, ciascuno con le proprie responsabilità. Una comunità – sottolineano – esce prima e meglio da una crisi se si mobilitano le energie e si fa squadra insieme: Siena ha le energie per reagire, è un’icona della sostenibilità”.
Dai lavori del 14 aprile sono emerse 1o proposte su cui lavorare:
Alle istituzioni locali: “raccogliere questa sfida comunitaria, mettendosi in dialogo con i rappresentanti dei lavoratori, per ascoltare il grido disperato delle imprese che si trovano in difficoltà e ricercare soluzioni pronte ed iniziative repentine oltre a promuovere e supportare l’avvio di nuove iniziative di impresa”, si legge nel documento.
Alle imprese del territorio: “adottare comportamenti di responsabilità sociale per un impegno comune a ricucire gli strappi con l’ambiente e con l’uomo, tendendo la mano a chi è fermo per la strada da molti mesi, offrendo nuova occupazione ed operando in uno stile di ecologia integrale”.
Agli istituti di credito: “favorire l’accesso al credito per le imprese individuali, i lavoratori indipendenti, le imprese familiari non bancabili riducendo il divario rispetto alle situazioni esistenti con forme di finanza speculativa, rivitalizzando l’animo solidale dell’economia”, prosegue il testo.
Agli enti di formazione: “dovrà cambiare l’impostazione di come si educano i giovani al lavoro, creare un sistema formativo fortemente indirizzato all’interesse dei ragazzi, più orientati all’innovazione- continua la nota-. In particolare si dovranno creare maggiori percorsi collaborativi tra imprese, università e istituti professionali per sopperire alla mancanza di alcune figure professionali maggiormente richieste e qualificate, come: scienze della vita e filiera chimica, dal welfare alle professioni sanitarie, l’agroalimentare verso l’agricoltura ecologica ed ambiente, la rete digitale e le intelligenze artificiali a servizio della recettività turistico-culturale”.
Alla società civile: “proporre forma di compensazione volontaria, creando vasi comunicanti per colmare il divario tra garantiti e non garantiti, tra stipendio sicuro nella PA e mondo privato maggiormente esposto al mercato e privo di tutele economiche”.
Alla politica: “adeguarsi al dinamismo del cambiamento, costituire una rete di salvaguardia per i valori che riteniamo essenziali, un tavolo comune ove i sindaci della diocesi sottoscrivono un accordo pubblico per contrastare infiltrazioni mafiose ed altre forme di illegalità”, prosegue il testo
Al mercato: “ripartire dalle eccellenze del territorio, dalle partnership internazionali, per rivitalizzare anche i centri minori della periferia senese rilanciandone così la recettività”, si legge ancora;
Al lavoratore: “impegnarsi per realizzare una vita dignitosa per tutti, partecipando alle sfide di giustizia; è la vita stessa dell’uomo che riesce a costruirsi e costruire una società migliore!”,
Al terzo settore: “alla luce del principio di sussidiarietà e responsabilità sociale, creare percorsi di progettazione per rafforzare le reti di protezione e di accesso al mondo del lavoro e implementare iniziative di ricerca e di studio di opportunità sul territorio locale”
Alle parrocchie ed enti ecclesiali: “intercettare i bisogni e le opportunità all’interno delle comunità territoriali, facendosene carico come spazio per coltivare desideri e rivendicare diritti anche per accompagnare il desiderio di realizzazione nel lavoro dei giovani e meno giovani!”, così si conclude la nota.