La riscoperta di certe usanze del passato si può a volte rivelare uno dei mezzi più moderni per fronteggiare il distanziamento sociale ai tempi del Coronavirus, come in questo caso. Nei palazzi delle più ricche famiglie nobiliari situati nel centro storico di Firenze, si possono notare delle piccole feritoie a forma di porta con un archetto superiore, posizionate al pian terreno, e chiuse da una porticina di legno. Si tratta delle Buchette del vino, utilizzate nel XVI secolo per vendere ai viandanti il vino direttamente in strada, senza la mediazione degli osti; sono grandi tanto da far passare una coppa o anche un fiasco. Al tempo della peste divennero indispensabili tanto che nel 1634, appena terminata la peste a Firenze, l’accademico fiorentino Francesco Rondinelliredige una “Relazione del contagio”, dove descrive l’efficacia anticontagio degli “sportelli” del vino. Si tratta di un documento molto importante per questa ricerca, che di recente è stato riesumato e studiato da Diletta Corsini.Al giorno d’oggi con l’emergenza Coronavirus le Buchette del Vino stanno vivendo una sorta di rinascita. A Firenze, molti locali, che hanno la fortuna di averla, stanno ripristinando l’uso della propria antica buchettaper servire non solo vino ma anche caffè, bevande, tramezzini e gelati, in assoluta sicurezza. Un sistema antico che si rivela particolarmente efficace e moderno in tempi in cui si richiede il distanziamento sociale. Per attirareanche i turisti stranieri, il loro nome è stato tradotto in inglese con “Wine Window”; un’immagine forse un po’ più scarna di quanto l’idea di buchetta vera e propria possa dare, ma suona bene.Un altro possibile utilizzo delle buchette, sembra fosse quello della beneficenza; nel piccoloanfratto veniva lasciato del cibo o una brocca di vino per i più bisognosi.Non esiste un elenco ufficiale di tutte le Buchette del Vino esistenti sia a Firenze che in tutta la Toscana; ne sono state ritrovate diverse anche a Pistoia, e secondo un censimento sono più di 150. Esiste un’associazione (Associazione Culturale Buchette del Vino) che si incarica di ricercarle e catalogarle. Per chi volesse vederle, all’interno del sito è disponibile anche una mappa con l’esatta localizzazione delle buchette attualmente censite.
Stefania Tacconi