Una denominazione forse meno nota delle precedenti, ma di grandissimo prestigio tra quelle che la Toscana offre, è il Vino Nobile di Montepulciano. Che la terra di Montepulciano fosse vocata al vino, come attestano alcuni documenti storici, è noto sin dal 790 d.C., ma il primo documento che attesta l’esistenza del Vino Nobile di Montepulciano risale al 1787; si tratta di una “nota spese” di Giovan Filippo Neri, Governatore del Regio Ritiro di S. Girolamo, storica istituzione di Montepulciano, per un viaggio a Siena. Si comincia a parlare di Vino Nobile di Montepulciano con la nomenclatura che poi sarebbe diventata prima Doc e poi Docg, dopo la seconda metà del 1900, quando alla Mostra nazionale dei vini italiani di Siena alcune aziende di Montepulciano si presentano con questa “appellazione”. Il riconoscimento come Docg è arrivato nel 1980, e fu la prima denominazione a fregiarsi della DOCG; proprio quest’anno il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha festeggiato i 40 anni della denominazione.
Forse non tutti sanno che a Montepulciano al di sotto dei palazzi storici, si trovano le antiche cantine dei vini. Ancora oggi è possibile visitare quella che era una vera e propria città sotterranea, che attraverso le cantine si snodava attraverso passaggi, cunicoli, cripte nascoste, discese in scale di pietra, tombe etrusche, celle dove trovavano rifugio i Ghibellini fuggiaschi, officine ed antichi pozzi.
A Montepulciano il vitigno re della Toscana, il Sangiovese grosso, prende il nome di Prugnolo gentile, di cui il Vino Nobile si compone per un minimo del 70%. Al restante 30% possono concorrere i vitigni complementari a bacca rossa idonei alla coltivazione nella Regione Toscana. Sono solo 2000 gli ettari coltivati a Vino Nobile (un’area quindi ristretta) per un totale di 6 milioni di bottiglie prodotte, le quali per la maggior parte finiscono nelle tavole dei Tedeschi e degli Americani.
Il Vino Nobile è molto elegante, ha una gran complessità di profumi, eterei, di ciliegia matura, prugna e viola dal colore rubino brillante, ed un tannino morbido e vellutato. Invecchia due anni in botte nella versione annata, che salgono a 3 per la Riserva. Si può conservare fino a 10-15 anni e sicuramente migliora con l’invecchiamento. Si abbina con tutte le carni rosse alla griglia o al forno, selvaggina e formaggi stagionati per le versioni più complesse e strutturate. Il fratello minore il Rosso di Montepulciano DOC, è un vino più giovane e rappresenta un ottimo rapporto qualità/prezzo, per chi vuol bere un buon vino con un più modesto portafoglio.
Stefania Tacconi
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