Una visita istituzionale ai ragazzi malesi ospitati nella canonica di Santa Colomba. Il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini, accompagnato dal vicepresidente Alessandro Pinciani e dal sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini, ha fatto visita ai profughi fuggiti dalla violenza in Libia. Oltre che a Monteroni d’Arbia, Poggibonsi e San Gimignano, si è fermato infatti anche a Monteriggioni, nella frazione di Santa Colomba. Presso la canonica dello storico borgo ai piedi della Montagnola Senese, sono infatti ospitati 10 ragazzi africani provenienti dal Mali che lavoravano in Libia fino allo scoppio della guerra civile. A loro si sono uniti altri due cittadini del Mali, che sono ospitati presso la Parrocchia di Castellina Scalo, sempre a Monteriggioni.
L’accoglienza presso la struttura di Santa Colomba è curata dai volontari della Caritas fino dall’11 maggio, giorno dell’arrivo dei profughi, smistati da Lampedusa in varie zone d’Italia. Bezzini ha rivolto“un ringraziamento sincero ai Comuni e alle associazioni di volontariato che tengono alta ogni giorno sul nostro territorio la bandiera della civiltà e della solidarietà. Entrare in contatto diretto – ha aggiunto Bezzini – con ragazzi che hanno vissuto esperienze terribili conoscendo la povertà, la guerra, i viaggi nei barconi fa riflettere più di tante rappresentazioni superficiali su ciò che ci succede attorno e sulla necessità di non essere indifferenti rispetto a drammi nei confronti dei quali spesso ci voltiamo dall’altra parte”.
Insieme ai rappresentanti della Provincia c’erano anche il sindaco di Monteriggioni, Bruno Valentini, ed il responsabile della Caritas, Giovanni Tondo. Proprio la Caritas, la Curia Arcivescovile ed il Comune di Monteriggioni avevano organizzato pochi giorni prima una festa di benvenuto, a cui hanno partecipato altri africani che vivono in Italia da molti anni oltre a numerosi cittadini di Monteriggioni e delle città vicine. Il sindaco Valentini si è rivolto ai profughi, grazie anche alla traduzione di ragazze già immigrate ed ormai perfettamente integrate, augurandosi che si riescano a risolvere le difficoltà burocratiche che finora hanno ritardato il riconoscimento del loro status di rifugiati politici e pertanto impediscono di poterli coinvolgere in un percorso di avviamento verso un impegno lavorativo, anche minimo. Particolarmente toccanti sono stati i due momenti nei quali prima un ragazzo del Mali si è espresso in un italiano stentato, grazie alle poche lezioni di lingua italiana impartite da volontari, e poi quando una ragazza immigrata da venticinque anni si è commossa nel ringraziare l’Italia e gli italiani per l’ospitalità che ha ricevuto, a testimonianza dei sentimenti di solidarietà che la maggioranza degli italiani sa esprimere. Il sindaco Valentini ha anche auspicato che il Governo mantenga l’impegno di finanziare la rete del volontariato per sostenere l’attività di accoglienza ed inoltre che tutti i Comuni si facciano carico dell’assistenza verso i profughi, in proporzione alla loro popolazione, perché si parla di numeri tutto sommato contenuti.