Siena

Le meraviglie del Pavimento del Duomo: l’Allegoria del Monte della Sapienza

Disegnata da Pinturicchio tra il 1505 e il 1506 e situata nella navata centrale, la splendida tarsia chiamata “ Monte della Sapienza” è un’allegoria del tortuoso cammino filosofico che porta alla conoscenza e alla virtù.

In basso a destra la Fortuna, rappresentata come una giovane donna che ricorda la Venere di Botticelli, è caratterizzata da attributi che determinano la sua natura instabile e inaffidabile. La fanciulla poggia un piede su una sfera e l’altro su una barchetta con l’albero spezzato, mentre con la mano sinistra regge una vela spiegata al vento, simbolo della casualità del destino.

A seguito di un difficile viaggio per mare la Fortuna ha fatto approdare dieci uomini saggi su un’aspra isola rocciosa. Il cammino si sviluppa in salita, la ripida strada è popolata da rettili e serpenti, allegorie di vizi come la frode, l’invidia e l’accidia. In cima al percorso è seduta su un trono di pietra la Sapienza, solenne figura femminile che porge un libro a Cratete, antico filosofo della scuola cinica.

Situato nel lato destro dell’altopiano fiorito il sapiente getta in mare beni materiali superflui come monili e gioielli d’oro. Nel lato sinistro è invece rappresentato Socrate che riceve in dono dalla Sapienza una palma. Il forte messaggio dell’allegoria è un invito all’abbandono dei vacui beni materiali per raggiungere l’obiettivo di una vita serena e virtuosa, il conseguimento di un lungo percorso insidiato da pericoli e difficoltà.

L’elegante distico sul cartiglio situato sopra la testa della sapienza recita così: HUC PROPERATE VIRI / SALEBROSUM SCANDITE / MONTEM / PULCHRA LABORIS ERUNT / PREMIA PALMA QUIES (“O uomini, affrettatevi a venire quassù, salite l’aspro colle, un valido premio alla fatica sarà la palma che dà la serenità”). I piccoli particolari naturalistici delle piante oltre ai mirabili dettagli dei volti testimoniano la maestria di Pinturicchio, che è riuscito a restituire attraverso il marmo l’immortalità di una scena così dinamica e viva, travolta dal vento impetuoso che a distanza di secoli, increspa ancora le onde del mare sullo sfondo.

Clelia Venturi

marco crimi

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