Nonostante l’attuale crisi che affligge attualmente il comparto, secondo l’analisi effettuata dall’Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e TradeLab, l’export di vini italiani negli ultimi 20 anni è cresciuto del +188% in valore, passando da una quota di mercato del 17% nel 2003 (con la Francia al 38%) al 22% nel 2023 (i transalpini invece flettono al 33%). Questo risultato colloca l’Italia al secondo posto mondiale -dietro i cugini d’Oltralpe-, ma il dato assume un carattere straordinario se si considera l’incremento dei mercati in cui l’Italia occupa una posizione di testa, passando da 9 Paesi agli attuali 46 (contro i 51 della Francia che vent’anni fa erano 41). La ricerca è stata presentata durante l’Assemblea Generale Federvini, la Federazione Italiana dei Produttori, Esportatori e Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti e Affini. Buone notizie vengono anche dal mondo degli spiriti dove, secondo Nomisma, l’export ha registrato un incremento del 300% per un valore di 1,7 miliardi di euro, collocando l’Italia al quinto posto tra i maggiori esportatori al mondo. Anche per gli aceti le vendite oltre frontiera registrano un +180% a valore negli ultimi venti anni. In generale, anche in considerazione di un calo strutturale dei consumi interni, le esportazioni assumono un carattere strategico, rappresentando un fatturato del 50% per i vini, del 35% per gli spiriti e del 48% per gli aceti. Certo è – e sono questi i temi al centro del dibattito che si è svolto – che molte sono le sfide da fronteggiare. Innanzitutto la crisi geopolitica che ha condotto ad un certo stallo delle esportazioni, poi ci sono i problemi interni all’Europa, generati dall’apposizione sulle etichette delle avvertenze sanitarie adottate attualmente in Irlanda e in Belgio. Infine il cambio delle abitudini alimentari e le nuove generazioni che sembrano non appassionarsi al mondo del vino. “Stiamo attraversando un anno denso di novità e cambiamenti, primi fra tutti le ormai imminenti elezioni europee e, in autunno, le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Nel frattempo, tensioni geopolitiche, commerciali ed economiche rischiano di impattare sulle attività di filiere fondamentali per l’agroalimentare italiano… Per affrontare le sfide internazionali c’è bisogno di regole certe capaci di assicurare una competizione chiara e libera sui mercati, che non cedano a tendenze neo proibizioniste e che superino la logica ritorsiva dei dazi che nel recente passato ci hanno ingiustamente penalizzato” – ha dichiarato la Presidente di Federvini Micaela Pallini. La soluzione di cui Federvini si fa portavoce è puntare sui princìpi e valori del consumo responsabile e moderato che proprio nello stile della dieta mediterranea trovano la migliore espressione. Un patrimonio unico al mondo di cui l’Italia può farsi con rinnovato slancio ambasciatrice.
Stefania Tacconi