Questa è la storia di come l’amicizia e la cucina, possano creare qualcosa di grande. Basta poco, a volte. Tutto parte dalla voglia di stare insieme, da quel bisogno di condividere le proprie vite con gli amici di sempre, quelli conosciuti sulle lastre del proprio rione e che piano, piano – ma neanche tanto – sono diventati una famiglia. Questa storia parte da Salicotto, dalla contrada della Torre, dove un gruppo di amici si diverte a fare servizio in cucina. Ma da lì, proprio da quei ‘cuochi’ di Salicotto, parte l’idea di dare una mano. E per dare una mano, a volte, basta la voglia di stare insieme.
“Siamo un gruppo di amici che cucinano in Contrada per la gioia di stare insieme – racconta Luca Landozzi, uno dei cuochi torraioli – Quando abbiamo la possibilità, andiamo a dare una mano in quelle strutture che operano nel sociale. Lo facciamo da tanti anni, siamo stati a cucinare in casa famiglia e in tante altre strutture”.
Un gruppo di cuochi ‘itinerante’, quindi, che presta il proprio servizio per i più bisognosi, riuscendo ogni volta ad ‘arricchirsi’.
“Diamo una mano, ma la prendiamo anche. Sono situazioni che riportano con i piedi per terra. Aiuta a riflettere sugli sprechi, le esagerazioni e le esasperazioni, oltre che sulla casualità della vita. Ogni volta, oltre che cucinare, ci intratteniamo un po’ con i commensali e abbiamo conosciuto molte storie. A volte, ritrovarsi senza nulla è un attimo. Quando facciamo queste iniziative, di sicuro, è più quello che loro danno a noi rispetto a quello che noi diamo a loro”.
Quando il gruppo è al completo, sono circa 15 gli uomini ai fornelli, che si portano dietro tutta la famiglia: “Coinvolgiamo anche le mogli e i figli che magari danno una mano servendo a tavola. Far partecipare la famiglia è fondamentale, alla fine lo facciamo anche per stare tutti insieme”.
L’ultimo servizio dei cuochi di Salicotto, si è svolto alla mensa dei poveri di San Girolamo.
“Era da un po’ che non andavamo a cucinare da qualche parte. Ci è venuta voglia di farlo e Massimo Bianchi ci ha indirizzati da Suor Nevia, che ci ha subito accolti. Quindi abbiamo preparato il pranzo per queste persone che si sono recate alla mensa e dopo siamo rimasti un po’ con loro. Ovviamente, pensiamo a tutto noi. Facciamo la spesa, apparecchiamo, puliamo, laviamo i piatti e provvediamo a tutti gli aspetti economici”.
L’incredibile gesto di questo gruppo di amici, è anche riuscito a creare un circolo di solidarietà.
“Quando le aziende sanno per cosa andiamo a comprare i prodotti, spesso vogliono contribuire. Questa volta, Sapori di Toscana ha regalato la pasta e il forno di San Girolamo ha regalato il pane per i crostini. Cerchiamo di fare affidamento alle strutture che si conoscono”.
Al termine del racconto di Luca Landozzi, ciò che traspare maggiormente è l’immensa umiltà. Nelle sue parole, la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono, ma la convinzione di essere loro i primi ad averne tratto un arricchimento.
“Non ne abbiamo mai parlato come qualcosa di ‘grande’ o di speciale. Come ho già detto, siamo noi i primi ad aver preso qualcosa dalle persone che abbiamo incontrato”.
Arianna Falchi