“Un’opportunità di vita che coinvolge tutto il territorio. Questo progetto rappresenta il bello che non solo sa educare, ma che forma e aiuta a trovare la propria strada professionale. Grazie a questo progetto, chiunque diventa una risorsa”.
Per Nicola Corti, Segretario Generale della Fondazione Allianz UMANA MENTE, è questo il significato più autentico de L’Orto Felice.
L’Orto e l’Aia nel Borgo (a volte indicato per brevità come L’Orto Felice) è un progetto di agricoltura sociale ideato dalla Fondazione Allianz UMANA MENTE, la fondazione corporate di Allianz Italia, in collaborazione con San Felice, Azienda Agricola e Relais&Châteaux di proprietà del Gruppo Allianz nel Chianti, la Regione Toscana, il Comune di Castelnuovo Berardenga e il locale Comitato della Terza Età.
L’idea è nata dieci anni fa ed è ospitata nei terreni di San Felice, azienda vitivinicola di proprietà del Gruppo Allianz, in provincia di Siena. L’obiettivo dell’iniziativa è favorire l’inserimento lavorativo di giovani con disabilità in ambito agricolo. E a fare loro da insegnanti sono alcuni anziani del territorio, che vivono nel comune di Castelnuovo Berardenga o nelle aree limitrofe. Tra le due parti – i giovani con disabilità e gli anziani – nel corso del tempo, si è creato un rapporto unico, che continua a permettere la trasmissione di tradizioni centenarie e di conservare l’identità e la memoria del luogo.
“Quando abbiamo avviato il progetto intendevamo raggiungere obiettivi di inclusione lavorativa e partecipazione sociale attraverso l’uso di una metodologia basata sull’agricoltura sociale. Volevamo inoltre riavvicinare le persone al Borgo e dotare i due ristoranti del Borgo stesso di prodotti agricoli a km zero”, prosegue Nicola Corti. “Non solo: questo nostro progetto vuol essere sostenibile tanto in ambito agricolo quanto in quello economico. Crediamo che possa stare in piedi da solo ed auto-sostenersi attraverso ciò che l’orto e l’aia sono in grado di produrre”.
Attualmente sono undici i ragazzi che partecipano a L’Orto Felice e sono coadiuvati nelle loro attività da un educatore di riferimento e da una decina di anziani della zona. Per ognuno di loro è stato studiato un percorso ad hoc con le società della salute della provincia di Siena e con i servizi dei comuni coinvolti. I giovani, che hanno un’età compresa tra i 25 e i 35 anni, vengono da tutto il territorio senese. E tra loro c’è chi si è aggiunto negli anni, ma anche chi ha partecipato all’iniziativa sin dalla sua nascita, nel 2012: il cosiddetto gruppo “storico”. Proprio qualcuno di questi ragazzi è riuscito a trovare un lavoro all’interno della stessa Azienda Agricola San Felice.
“Si trovano alla stazione ferroviaria di Siena e arrivano qui con il pulmino della Confraternita Misericordia di Castelnuovo Berardenga”, racconta Sauro Testi, della Cooperativa Koinè che da un anno e mezzo collabora con la Fondazione Allianz UMANA MENTE nella gestione quotidiana dell’orto sociale. “La loro giornata inizia alle 8.30 e si conclude alle 14.30. Alle 12 vanno a pranzo alla mensa dell’Azienda Agricola insieme agli altri dipendenti”.
Il percorso si snoda secondo il ritmo delle stagioni, fatto dalle attese dopo la semina, dalle emozioni e dalla felicità dopo il raccolto, condividendo tutto ciò con i “nonni” del luogo. Così, per i ragazzi, cogliere i prodotti della terra e accudire gli animali diventa una palestra di vita, dove si possono conoscere quelle che sono le proprie reali capacità.
“Di recente due ragazze hanno sviluppato la propria attività nell’erba-coltura e nell’essiccamento e hanno venduto la loro erba medica”, continua Sauro Testi. “Per il futuro si vogliono raggiungere due nuovi obiettivi. Il primo riguarda il recupero di alcuni oliveti abbandonati con l’obiettivo di produrre il nostro olio “sociale”; il secondo sarà mettere in rete l’Orto con altre realtà simili del territorio, impegnate anch’esse sul tema dell’agricoltura sociale”.
Soddisfatto del progetto è anche il sindaco di Castelnuovo Berardenga, Fabrizio Nepi, che spiega: “Il percorso sta funzionando. Adesso dobbiamo farlo crescere”. Per Mario Cuccia, Presidente dell’Azienda Agricola San Felice, inoltre “la sostenibilità sociale deve saper guardare anche alla comunità che ci circonda e che abita il territorio. E questo è il nostro modo per essere vicini a chi vive con noi grazie a progetti e iniziative dove ognuno è protagonista indispensabile”.
Foto: Fondazione Allianz UMANA MENTE