Un pezzo di storia senese che ha ospitato e fatto divertire tantissime generazioni di senesi adesso ha riacquistato nuova vita grazie al coraggio e alla passione di due ragazzi. E’ cosi che in Pian d’Ovile, nel luogo dove una volta si trovava lo storico locale Kroeg, adesso si trova il suo degno successore: è il The Rock, un pub che fa della buona accoglienza nei confronti dei clienti uno dei suoi punti di forza.
L’avventura per i titolari Sara Gasparoni e Francesco Pacciani è partita nel 2016. Tre anni fa infatti hanno deciso di prendere in gestione il fondo in disuso dove un tempo c’era il Kroeg, raccogliendone così l’eredità prestigiosa. “Lla sensazione è quella di essere figli di qualcuno famoso – dice in modo scherzoso Sara -. Abbiamo deciso di fare partire la nostra attività per una congiunzione astrale di diverse cose: la nostra passione, la bellezza e la storia di questo posto. Abbiamo riflettuto ed abbiamo capito che questa era l’occasione che stavamo aspettando da un po’ di anni”.
“Noi amiamo questo mestiere – spiega invece Francesco -, lo abbiamo fatto in passato, in altri locali di Siena e provincia. Adesso abbiamo deciso di intraprendere questo percorso insieme. Io penso che se lavoriamo con questa dedizione il risultato è comunque qualcosa di bello”.
Favorire prima di tutto la convivialità tra i clienti. E’questa la filosofia che Sara e Francesco applicano al proprio lavoro. La loro attività è invece molto simile con quella del Kroeg: si servono piazzi sfiziosi e buona birra. “Per questo il nostro menù non è impegnative, però appagail palato delle persone – sottolinea Sara-: birre, panini, fritto, taglieri e dolcini. Ci siamo adeguati all’ambiente. Abbiamo scelto di non presentare una carta ampia, come quelle che si possono trovare al ristorante ma ci siamo concentrati su poche cose fatte bene e con cura”.
E forse è proprio questo che The Rock è amato da molti senesi, perché fa della proprie caratteristiche e della propria specificità il suo punto di forza. Ma quale è la clientela di questo locale? “Il nostro pubblico abbraccia tutte le fasce di età, senza distinzioni ed è nelle persone più mature che troviamo, sono quelli che dicono ‘ quando voglio andare a bere una birra come si deve vado al The Rock’ – spiega Francesco -. Il nostro posto garantisce tranquillità, anche durante le serate di karaoke e di musica dal vivo. A noi piace il concetto dello stare in compagnia che forse si sta perdendo in altri bar, noi vogliamo invece tutelarlo”.
Stare insieme a farsi due risate in compagnia con gli amici ma anche passare la notte ascoltando buona musica, guardando partite di calcio e magari conoscendo nuove persone. Socialità e riservatezza, due aspetti apparentemente opposti tra loro ma che vengono coniugati qui. “Quando ha aperto il locale noi eravamo scettici sul fare il karaoke, c’abbiamo voluto comunque provare – racconta Francesco – e alla fine abbiamo avuto un bel riscontro, abbiamo scoperto che nessuno all’inizio vuole mai cantare ma poi come parte il primo non si smette più. Inoltre proponiamo una cosa semplicissima, i giochi da tavolo, nell’era degli smartphone sembra che non li consideri nessuno ma quando li tiriamo fuori poi la gente ci passa le nottate”.
“Anche se in tutta sincerità – dice ridendo Sara – i ragazzi più giovani quando vengono qui ci chiedono la wi-fi. Noi però prediligiamo questa atmosfera, come dire, ‘sospesa nel tempo’. Per questo motivo le serate di musica live, per la natura di questo posto e per il percorso intrapreso, non sono talvolta apprezzate. Il nostro cliente che viene qui a farsi una birra e vuole giocare magari a Taboo se trova il concerto magari storce il naso. Noi facciamo serate di musica live, vogliamo accontentare tutti, ma non sono tantissime, il karaoke invece lo facciamo una volta ogni due settimane. Questo pub riflette la personalità mia e di Francesco: ci piace fare casino ma vogliamo anche rilassarci e si deve essere se stessi per garantire al pubblico il massimo della qualità”.
Il vero fiore all’occhiello di The Rock è costituito dalle tante birre che sono introvabili nel mercato della grande distribuzione. “Cerchiamo di coprire tutti i gusti della nostra clientela – afferma Francesco-. Ne abbiamo otto alla spina e cerchiamo di ruotare gli stili a seconda dei periodi e delle stagioni: offriamo birre natalizie, estive, di San Patrizio. Alle persone che ci sono più fedeli e che vengono spesso cerchiamo di offrire novità ed alternative”.
“I gusti e gli stili che vanno per la maggiore adesso? Abbiamo la Hobgoblin Ipa, una indian pale ale carica di luppolo che ha un sapore amaro – continua Francesco -. La Hobgoblin ha vinto nel 2018 ha vinto il premio come migliore Ipa al mondo. Molto amate sono le birre d’abbazia del Belgio come la Steenbrugge, una doppio malto chiara e d’alta gradazione. Poi c’è la London Stout, l’alternativa alla Guinness, è una birra al caffè e caramellata. Abbiamo la weiss Keller, una birra di cantina invecchiata in botte come il vino. Abbiamo la rossa irlandese ed anche quella senza glutine, per chi ha problemi di intolleranza”.
Il malto migliore del mondo quindi ha una sua casa a Siena. Adesso non resta che visitare il The Rock, un locale dove non ci sono regole. “C’è un veto comunque – conclude Sara -. Non chiedete la cannuccia per bere la birra”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi
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