Una passione che nasce da lontano, da quando un bambino cresciuto in campagna ha iniziato ad amare la natura grazie al nonno ortolano e poi tutti gli animali, a partire da quelli domestici. Una passione coltivata negli studi di zootecnia all’Istituto agrario e poi nel lavoro come dipendente in aziende di allevamento di selvaggina, di chianina, di pecore. Un percorso di formazione non semplice ma importante perché è grazie a queste esperienze che David Riccucci nel 2012 ha deciso di mettersi in proprio ed allevare da solo maiali di cinta senese.”Ho iniziato quando avevo 29 anni per scommessa comprando 6 riproduttori, prima ancora di avere tutti i progetti per le recinzioni – spiega David -. Ad oggi sono sui 180 esemplari. Ora il mio progetto sarebbe quello di prendere un dipendente ed aumentare le produzione. Nel circuito della cinta senese la mia è un’azienda medio-piccola”.
La vita da allevatore non è certo una delle più semplici, David lavora 7 giorni a settimana ed i suoi gli orari sono legati alle stagioni: d’estate si lavora la mattina presto quando è fresco per dare il cibo agli animali, d’inverno ci si può alzare più tardi. ” Per dare da mangiare ai porci oggi mi sono alzato alle 6, mentre quando fa freddo vengo anche per le 8, quasi orario di ufficio – prosegue con un tono scherzoso- . I maiali mangiano orzo, granturco macinati al 60% di origine toscana. Il pomeriggio invece è dedicato a tutta la parte veterinaria e della sanità”.
Quella di David è un’aria di 22 ettari immersa nella natura e nei paesaggi di Colle Ciupi dove i suoi maiali possono scorrazzare nei campi e nei boschi nella più totale libertà, scene totalmente diverse rispetto a quello che si vede negli allevamenti di tipo intensivo: “Questo per un consumatore ha tutta un’altra immagine – afferma David-. Da noi l’animale sta bene, sta fuori e dà un prodotto quantomeno diverso. Qui si rispetta le esigenze della natura”. Il giovane allevatore, proprio mentre parla della qualità della carne di cinta sottolinea l’importanza della Dop : “E’ una garanzia. Io iniziai fuori dalla Dop come primo tentativo – prosegue-. Ma la certificazione mi ha offerto un mercato molto ampio. Per prendere la Denominazione il mio allevamento doveva rispondere ai parametri del Disciplinare cinta senese. E’ stato un procedimento molto lungo ma mi ha permesso di vendere ad un prezzo più alto l’animale al kilo. Ed inoltre mi hanno sempre cercato e non sono mai dovuto stare al telefono per trovare i clienti”.
Adesso David Riccucci collabora con altri 7 allevatori e, nonostante i tanti sforzi si sente realizzato. Lavorando con i suoi colleghi riesce sempre ad avere un prodotto costante e servire i vari macellai e salumifici. I suoi clienti sono tutti della provincia di Siena, ma le sue carni, come tiene a specificare hanno fatto il giro del mondo: ” Chi ha acquistato i miei maiali è riuscito a vendere la carne anche in Estremo oriente, in Giappone. I mercati internazionali sono interessati ma ci manca il prodotto e servono grandi spazi”.
Uno dei problemi di questo settore infatti è la tanta domanda di prodotti che a volte non viene soddisfatta. Il Consorzio della Cinta senese, per soddisfare le molte richieste di mercato, ha posto l’obiettivo di triplicare la produzione di cinta senese nel prossimo futuro. In un settore economico in crescita e dove ci sono opportunità anche un giovane, ma esperto allevatore come David ha deciso di dispensare qualche consiglio: “Chi vuole scegliere questa strada deve avere passione perchè questa permette di superare certi sacrifici come quello dei 365 giorni di impegno – conclude -. Io sono andato a lavorare con la febbre, di Natale, sotto la neve alta sempre per provvedere al cibo per i miei maiali. Ci sono difficoltà atmosferiche e anche personali”.
Marco Crimi