Qualche giorno ha preso la laurea magistrale con il massimo dei voti e con la lode in Biologia Molecolare e Cellulare all’università di Siena. La tesi potrebbe dare speranza a tanti malati di cancro e del suo operato Bianca Partini, senese e giraffina, è consapevole ed orgogliosa. Il suo elaborato è il risultato di un lavoro di un anno di tirocinio:” Dopo la laurea triennale ho iniziato a lavorare nei laboratori Humanitas di Milano insieme alla dottoressa Diletta di Mitri ed ad un altro ragazzo. Durante il mio internato di tesi ho potuto portare avanti il mio progetto. – spiega la neolaureata – Stiamo cercando di capire quale sia la relazione che intercorre, nella malattia del Carcinoma prostatico, tra le cellule tumorali e le cellule immunitarie. Il nostro studio, anche se in un fase precoce, potrebbe essere indispensabile per il trattamento immunoterapeutico della malattia. Ci potrebbe fare capire quali sono le molecole che agiscono nella malattia, da paziente a paziente. Stiamo gettando le basi, i dati preliminari sono promettenti ma sono ancora da confermare”.
Un lavoro, il suo, che potrebbe aprire nuovi orizzonti nella cura al cancro alla prostata. Un lavoro che ha lasciato soddisfatta non solo Bianca, ma anche chi l’ha potuta seguire durante la stesura della tesi e la successiva discussione: ” La professoressa Baldari e la sua commissione sono stati entusiasti di quello che sono riuscita a produrre. Il mio nuovo approccio vuole per prima cosa dare speranza alle persone”.
Quello di Bianca Partini per la medicina e per la ricerca è un amore di lunga data. La giovanissima dottoressa, già dalle superiori, aveva capito che questo settore sarebbe stata la sua passione, il campo dove coltivare le sue ambizioni per il futuro: ” Già dopo essermi diplomata ero convinta di prendere questa strada. Ho fatto la scelta giusta, anche se nell’ambito della ricerca è difficile emergere e ci vuole tanto impegno e perseveranza. Penso che sia essenziale che nella società ci siano persone che si occupino di trovare terapie per potere curare gli altri – spiega Bianca – Dopo la laurea inizierò una borsa di studio all’Humanitas e con loro continuerò il mio progetto. Qui spero di farci il mio dottorato, è grazie a loro se posso conoscere tecniche nuove in laboratorio. Per il futuro vorrei andare a lavorare in centri di ricerca medici in Italia o all’estero”.
Ed è nel concludere questo ragionamento che Bianca si ferma a parlare della situazione italiana nel campo della ricerca, una realtà giudicata molto promettente ma che comunque ha dei deficit rispetto ad altri paesi europei e del mondo: “Chi esce dalle nostre università è molto preparato nella teoria ma è nella pratica che siamo indietro rispetto ad altre nazioni. La nostra comunità scientifica poi non è capace a comunicare il proprio lavoro alla società e questa forse è una colpa perché poi in Italia emergono falsi miti senza alcuna base scientifica”.
Marco Crimi