Al Palazzetto ha visto giocatori come McIntyre, Kaukènas, Stonerook e Lavrinovic, è stato in tutta Europa vedendo la sua squadra fronteggiare e battere i colossi della pallacanestro continentale, era presente quando la sua Mens Sana vinceva i sette scudetti consecutivi dal 2008 al 2013. Epoche sportive vissute tutte a bordo campo insieme al resto dello staff tecnico biancoverde. Oggi quella società non esiste più e la nuova Mens Sana ripartirà dalla Promozione ma Riccardo Caliani, come ormai da 12 stagioni, sarà ancora al lavoro in viale Achille Sclavo, stavolta però con uno dei ruoli più importanti: quello del direttore generale. “Sono molto felice che la Polisportiva abbia pensato a me per ricoprire questo incarico – ci racconta -. Percepisco da parte di tutti, dirigenti e tifosi, la voglia di ripartire dalla mia persona. La Mens Sana è una società gloriosa nonostante riparta dal basso. Il fatto di essere un punto di riferimento mi riempie di orgoglio e mi da anche una grande carica. Spero di soddisfare chi mi ha scelto”.
L’amore di Riccardo per la pallacanestro nasce quando lui era piccolo. A 8 anni sua madre lo portò ad un allenamento nella squadra del paese dove vive tutt’ora, Colle Valdelsa. Da quel momento non ha mai smesso di dedicarsi al basket, sia come giocatore che come lavoratore. “Nella prima parte di carriera ho provato a fare il playmaker, anche perché ero piccolino – dice scherzosamente-. Poi quando mi resi conto che il play doveva portare palla e passarla ho provato a fare i ruoli dove la palla si tirava, purtroppo con scarsi risultati”. Nel 2008 inizia la sua carriera all’interno degli uffici della Mens Sana. Ferdinando Minucci, allora dg e presidente della società, lo contattò per chiedergli se era disposto ad entrare a far parte della famiglia biancoverde lavorando nell’ufficio stampa: ” Credo che il colloquio ebbe una durata brevissima – spiega Riccardo-. Io quando mi sono seduto davanti a Minucci ero già convinto delle mie scelte. Da lì è cominciato il mio percorso che, almeno nella prima parte, mi ha proiettato in una dimensione che era sovradimensionata rispetto alle mie capacità e competenze. Credo però di avere la fortuna e il merito di essermi posto sempre con umiltà in una realtà di altissimo livello provando a capire i segreti del mestiere. In quell’ufficio eravamo in tre e abbiamo maturato grandi esperienze. Ero poco più che un ragazzino, avevo 24 anni, e mi dovevo confrontare con persone che avevano dei curriculum impressionanti, però il fatto che molti rapporti siano rimasti attivi mi fa pensare di avere fatto una buona impressione”.
Felicità e gioia, delusione e tristezza. Sono tantissime le emozioni che Riccardo ha vissuto negli anni con la Mens Sana. Qualcosa che resterà per sempre nel suo intimo e che non potrà mai essere cancellato, così come non potranno essere mai cancellati i tanti momenti vissuti fuori dal campo che diventano piacevoli aneddoti da raccontare. ” Mi ricordo la simpatia di Erick Green (giocò nella Mens Sana la stagione 2013/14 ndr) che, poco più che ventenne, aveva difficoltà a fare le operazione più banali perchè non era mai uscito dagli Usa. Ogni tanto faceva delle espressioni divertentissime e ci faceva molto ridere. Un’altro che ricordo con piacere è stato Darryl ‘Truck’ Bryant (a Siena nella stagione 2015/16 ndr), personaggio divertentissimo, figlio di una Brooklyn non ricca da cui ha ereditato tutti quei comportamenti clamorosi che possono fare ragazzi come lui che hanno vissuto una realtà diversa dalla nostra”. E’stato un fiume di parole e ricordi durante tutta l’intervista Riccardo Caliani, ha descritto al minimo dettaglio ogni immagine che ritornava alla sua mente di quei oltre 10 anni nella dirigenza mensanina. Ora però c’è un futuro da scrivere insieme ai insieme al nuovo coach Pierfrancesco Binella. ” La ‘ senesità’ di questa squadra è agevolata dal ripartire dal basso, c’è una nutrita componente di cittadini in questa società – afferma-. Pierfrancesco lo conosco da anni e di lui ho un’ottima considerazione tecnica e umana. C’ha dato una grande mano l’anno scorso con il settore giovanile. Spero che sia la persona giusta e che sia consapevole della sua responsabilità. Cosa serva ritornare in alto credo che lo scopriremo solo vivendo. La mia idea e quella di fare un passo alla volta proporzionato con la gamba. Non so se torneremo a calcare i palazzetti importanti. Posso assicurare che metterò tutto me stesso per una progettualità a lungo termine con una Mens Sana che provi sempre a dare il meglio”.
Marco Crimi
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