Flavia Maggi ha preso una decisione. A 30 anni dopo una laurea in Scienze delle pubbliche amministrazioni (con una tesi sul turismo in Valdorcia) e dopo tutta una serie di concorsi ha scelto di cominciare a gestire un agriturismo con ampi ettari di oliveti a sua disposizione. In questo modo va a coniugare settore agricolo e settore turistico, due aree molto rilevanti nel nostro territorio e nel nostro Paese. E’ stata anche eletta delegata delle giovani imprese della Coldiretti di Siena e in questa veste ha recentemente partecipato al Villaggio delle idee che si è svolto a Matera. “In quella sede abbiamo lavorato su più progetti – racconta –. D’altronde il Villaggio delle idee è sempre un interessante e positivo momento di confronto e di scambio di esperienze e di opinioni. Abbiamo parlato degli agriturismi e del modo migliore per fare promozione, anche attraverso una app che possa mettere in rete varie attività. Così si possono ottenere buoni risultati per tante attività. In fondo il messaggio che deve passare è che noi non vendiamo una vacanza, ma una esperienza”.
Di idee ne ha molte questa 30enne senese: “Oltre ad una notte in agriturismo – afferma Flavia Maggi – il turista può essere interessato a recarsi in un caseificio per andare a fare il formaggio, o può andare da un agrichef, solo per fare due esempi. Ad un visitatore possono essere offerti dei percorsi, quello già citato del formaggio, quello dell’olio, quello del vino. In questo modo si può anche invogliare a rimanere per più tempo in un territorio e quindi in una struttura turistica, non solamente per una notte”.
“Abbiamo un agriturismo in Valdorcia con un impianto di oliveti grande 112 ettari – prosegue la 30enne senese –. Dopo avere studiato all’università e dopo tanti concorsi effettuati ho rilevato tre anni fa questa struttura che era l’azienda di famiglia. In questo lasso di tempo è purtroppo venuto a mancare mio nonno. Quando sono andata ad un Villaggio delle idee organizzato da Coldiretti a Milano mi si è aperto un mondo, ho capito e ho deciso che quella doveva essere la mia strada. Tanti lasciano questo territorio per andare a trovare un lavoro altrove, io ho scelto di restare”.
E a proposito delle sue idee e dei suoi sogni: “Mi piacerebbe – racconta – dare vita ad una fattoria didattica e lavorare con le scuole, con le quali realizzare dei percorsi nell’oliveto e nel bosco adiacente. Si potrebbe lavorare anche con animali e piante in via di estinzione, penso al ciuco amiatino e alle capre di Montecristo oltre che al pero picciolo. E magari dare vita ad agrifeste e ad agricompleanni, anche in questo caso lavorando con i più giovani e con le loro famiglie. Dobbiamo valorizzare il nostro territorio e le sue particolarità e peculiarità”.
Gennaro Groppa