Il circolo senese di Legambiente interviene sul tema del campino di calcio delle fonti di Ovile: “Nei giorni scorsi, con la proposta privata di acquisto, sembra essere giunta a conclusione la vicenda degli ex impianti sportivi fuori Porta Ovile. Per svariati anni essi furono luogo di gioco e svago per molti giovani, e ritrovo di molti cittadini che andavano ad assistere alle partite di calcio tra le varie contrade; poi anni di silenzio e prolungato abbandono e disinteresse da parte dell’amministrazione. Nell’aprile del 2017 la nostra associazione, sull’onda dell’entusiasmo per i finanziamenti in arrivo destinati al recupero della vallata del Fosso di Ravacciano, pari a circa 2 milioni di euro, vi organizzò ‘Puliamo il mondo’, insieme alle famiglie del comitato di Ravacciano e ai giovani del gruppo sportivo dell’Alberino. Quei finanziamenti non erano però caduti dal cielo. Nel marzo del 2013 avevamo presentato un progetto di recupero dell’intera vallata del fosso di Ravacciano: ‘Parco del Buongoverno – una proposta per la rivitalizzazione delle Valli Verdi’. L’iniziativa si tenne nella sala conferenze del dipartimento di scienze politiche di via Mattioli con la partecipazione dell’Università ed il patrocinio della Provincia di Siena. Il Comune in quel momento era commissariato, ma i suoi tecnici presenti all’evento ne compresero la bontà”.
“L’idea – scrivono ancora da Legambiente – fu raccolta e l’amministrazione comunale partecipò poi con successo a due bandi: uno statale e l’altro europeo, ‘Bando periferie’ e ‘Urbinat’, che si concretizzarono in due cospicui finanziamenti per il recupero della valle, pensati e fortemente voluti anche con il concorso del partenariato di associazioni denominato ‘Rigenerar_Si’ (www.rigenerarsi.eu). Furono destinati al recupero della vallata 1.760.000 euro dei 10 del ‘Bando periferie’ del Governo italiano e 380.000 euro del progetto europeo ‘Urbinat’. Il Comune attivò quindi un patto di collaborazione con i proponenti, i quali raccogliendo ulteriori risorse partecipando ad altri 6 piccoli bandi, hanno coinvolto nei lavori ben 5 istituti scolastici, l’Università e molte altre persone. Queste risorse, ancora spendibili, essenziali al recupero di una naturale cerniera verde fra i quartieri di Ravacciano e di via Vivaldi, vanno spese e non lasciate nelle casse statali per mancanza di progetti esecutivi”.
E ancora: “La nuova alienazione e la vendita dei campetti sportivi rischia di compromettere il percorso ciclopedonale e di chiudere il naturale accesso all’intera vallata e ai terreni in nostra concessione; dove per ultimo sono stati attivati e regolarmente assegnati ben 10 orti sociali. Non comprendiamo come l’assessore Benini non possa essere a conoscenza di tali progettualità, pur se antecedenti il proprio incarico. Non è vero che il progetto europeo Urbinat (380.000 euro) non prevedesse azioni sulla zona dei campetti, ne parlammo anche a pranzo nella contrada del Bruco a conclusione dell’incontro con i partner europei del medesimo. Al di fuori di ogni inutile polemica chiediamo che il sindaco intervenga urgentemente nella fase di definizione del contratto di vendita, in modo da garantire almeno una servitù di passaggio per accedere alla vallata. Il sindaco dovrebbe poi dar seguito alla promessa di sopralluogo in valle, fatta agli abitanti del quartiere nel giugno dello scorso anno, in occasione della giunta svoltasi proprio a Ravacciano”.