Lo scorso anno il premio di Federsanità-Sham e il riconoscimento del Journal of wound care grazie ai progetti presentati da Sara Sandroni sulla gestione del trattamento delle lesioni cutanee. Adesso il premio si è concretizzato in 14 tablet che saranno a disposizione della Rete lesioni cutanee della Asl Toscana Sud Est.
“Andranno ai nostri infermieri – annuncia la Responsabile professionale del servizio, Sara Sandroni –. Serviranno per fotografare le lesioni, per avere una relazione costante con i pazienti, per verificare le singole situazioni sia con gli infermieri della nostra rete sia con gli specialisti”.
Le lesioni cutanee sono un fenomeno in crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle cronicità. “Un fenomeno – sottolinea Sandroni – che coinvolge molti aspetti della vita degli assistiti e che rende necessaria una presa in carico totale. Il monitoraggio continuo consente di non sottovalutare nessun aspetto e di intervenire in maniera tempestiva, sempre accanto al paziente”.
L’Asl Tse ha attivato da tempo una rete di infermieri che collaborano con medici di medicina generale, medici specialisti ospedalieri, chirurghi generali e vascolari, dermatologi e ortopedici, piede diabetico, nutrizionisti e fisiatri. A questo servizio si accede attraverso il medico di medicina generale o il medico specialista. La visita può essere a domicilio qualora il paziente non sia in grado di raggiungere una delle sedi della Rete lesioni cutanee che sono distribuiti nelle tre province. In quella di Arezzo negli Ospedali San Donato, Gruccia e Distretto Bibbiena. In quella di Grosseto sia all’Ospedale Misericordia che a quello di Castel del Piano, a Siena nell’Ospedale di Abbadia San Salvatore.
“La Rete delle lesioni cutanee – conclude Silvia Bellucci, Direttore della Uop Innovazione e ricerca in ambito infermieristico e ostetrico – è stata fortemente voluta nel modello organizzativo del Direttore del Dipartimento Infermieristico, Lorenzo Baragatti, e costituisce un valore aggiunto per il nostro assistito. In particolare l’impiego di tecnologie consente di operare in rete con gli altri professionisti sanitari implementando, attraverso la professionalità di infermieri con competenze avanzate, il modello assistenziale domiciliare”.