Il Partito Democratico di Siena interviene con durezza sulla vicenda Pam-Panorama, definendo “ormai inaccettabile” quanto sta accadendo nei punti vendita della catena. Il Pd senese ricorda che il licenziamento legato al “test del carrello”, esploso in città con il caso di Fabio Giomi, non è isolato ma parte di un quadro più ampio: “prodotti nascosti ad arte, etichette invertite, segnalazioni mai mostrate ai dipendenti. Un metodo che crea un clima di sospetto, trasforma i lavoratori in potenziali imputati e svuota di significato i diritti sul lavoro”.
I dem parlano di “pressioni crescenti, contestazioni costruite ad hoc, lavoratrici e lavoratori trattati come sorveglianti invece che come addetti alle vendite”, e chiedono un intervento immediato con verifiche sulle procedure, regole chiare sull’uso dei mystery shopper e “l’apertura di un tavolo istituzionale”. Sull’episodio senese confermano la «piena solidarietà al lavoratore» e ribadiscono che “l’azienda deve procedere al suo immediato reintegro”.
Alla denuncia locale si aggiunge quella del segretario Pd della Toscana, Emiliano Fossi, che parla apertamente di problema nazionale: “Quanto sta accadendo nei punti vendita Pam-Panorama non è più un caso isolato né un fatto territoriale: siamo davanti a un problema nazionale che coinvolge Toscana, Lazio e altri territori”. Fossi critica la gestione dell’azienda, “una pratica opaca e mai concordata con i sindacati”, e richiama episodi “che sfiorano l’assurdo”, come prodotti nascosti e lettere mai mostrate ai dipendenti.
Il deputato insiste sulla necessità di “verifiche puntuali” e di una “regolamentazione chiara sull’uso dei ‘mystery shopper’ a fini disciplinari”, chiedendo al governo di seguire la vicenda e ripristinare condizioni di lavoro dignitose. Preoccupa infine che tra i lavoratori colpiti compaiano anche figure sindacali, “un confine che non può essere superato”.