Licenziamento dopo il test carrello, la Cgil alla Pam: “Fate un passo indietro o andiamo in tribunale”
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La Filcams Cgil è pronta a portare la vertenza alle vie legali se Pam non ritirerà il licenziamento di Fabio Giomi, il cassiere del punto vendita del supermercato Porta Siena, allontanato dopo il “test carrello”.
“Ci sono tutti gli elementi perché la vicenda passi sul piano giudiziario – afferma il segretario della sigla di categoria senese Mariano Di Gioia – e se domani al tavolo nazionale non arriverà il ritiro, ci muoveremo con l’ufficio legale”. “Giomi ha impugnato il licenziamento – fa sapere invece Massimiliano Fabozzi, Filcams Cgil Siena-, ma anche se il giudice gli darà contro noi andremo avanti. Le leggi possono essere anche sbagliate e la dignità viene prima di tutto”.
Proprio il sindacato ha ricordato la vicenda: un ispettore Pam ha simulato un furto posizionando una cassa di birre chiusa sul fondo del carrello senza metterla sul nastro, per verificare se il cassiere la notasse. Giomi ha seguito le procedure aziendali – che prevedono di non aprire imballi sigillati – ma l’azienda lo ha comunque licenziato per giusta causa.
“Ma lui non è una guardia giurata – ricorda Di Gioia – e non esiste alcun regolamento che preveda questo tipo di operazioni. Non si sarebbe nemmeno dovuta aprire una contestazione disciplinare”.
Secondo la Cgil, il caso di Siena non è nemmeno isolato. “Pam non è nuova a dinamiche del genere – evidenzia Massimiliano Fabozzi– negli ultimi mesi ha agito con metodi che minano la democrazia nei luoghi di lavoro”.
Fabozzi parla apertamente di un “attacco allo Statuto dei Lavoratori” : “Il test carrello non è un controllo antitaccheggio, è un controllo occulto, vietato dalla legge. Se passa questo meccanismo salta la democrazia sul posto di lavoro”.
Critiche anche alle associazioni datoriali: “Da Federdistribuzione, Confcommercio e Confesercenti non abbiamo sentito una parola – incalza Fabozzi – è grave che nessuno stigmatizzi un episodio così”. Poi i timori che l’operazione sia replicabile: “Altri lavoratori, anche di altre province, ci stanno chiamando preoccupati che possa accadere anche a loro”, continua Fabozzi.
Filcams Cgil si dice pronta alla mobilitazione: “Se il licenziamento non viene ritirato – annuncia Di Gioia – proseguiremo con i presidi, anche dentro i negozi Pam. Non ci arrendiamo: questa non è solo la vicenda di un lavoratore, è una battaglia di civiltà”.