Uno studente su due che frequenta i corsi di curvatura biomedica al liceo per l’avvicinamento al test d’ingresso di medicina, riesce poi ad entrare nella facoltà universitaria. È ciò che ha riportato l’ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri questa mattina, durante la consegna degli attestati di partecipazione ai 57 alunni del triennio del liceo Galilei, che sperano un giorno di diventare medici. Si tratta di vere e proprie lezioni, svolte da alcuni dottori nelle classi, con una verifica sull’argomento trattato ogni due mesi. A livello nazionale un ragazzo su sette riesce ad entrare a medicina, mentre quelli che frequentano il corso durante il triennio riescono con maggiore facilità.
“Per noi è un fiore all’occhiello – commenta la professoressa Stefania Satta, referente del progetto del Galilei -, serve per far capire ai nostri ragazzi se hanno davvero la voglia di intraprendere il percorso della medicina. Il corso è l’unico a cui il ministero dell’istruzione ha dato valore sia come credito scolastico che come Pcto, alternanza scuola -lavoro”.
“Le percentuali di Siena sono addirittura migliori di quelle nazionali – commenta Roberto Monaco, presidente ordine dei medici Siena -, infatti un alunno su uno è riuscito a superare il test d’ingresso. Dunque, l’abolizione del numero chiuso non serve, perché produrrebbe troppi laureati e pochi posti di lavoro. Ciò che è necessario è un corso di approfondimento che porti al test d’ingresso con maggior consapevolezza. Inoltre, avvicinare i ragazzi alla medicina durante il triennio, permette loro di capire bene se è quella la strada giusta da intraprendere”.
Per questo motivo il Ministero dell’istruzione e quello della salute da un po’ di tempo, insieme all’ordine nazionale dei medici, sta pensando di strutturare un liceo con indirizzo biomedico, proprio per aiutare gli studenti.
“Ci vorrà tempo per far nascere questa cosa – spiega Monaco -, ma credo che sia necessario avere una base prima del test d’ingresso. Non è solo una questione di risultati, si tratta anche di ampliare il bagaglio culturale di un alunno e di conseguenza aiutarlo per la giusta scelta del proprio futuro”.
In Italia hanno aderito al progetto 105 ordini su 106, 3mila medici, 4mila insegnanti, 350 scuole e 15mila studenti.
Pietro Federici